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La definizione medica di anuria è la seguente: disturbo dell’apparto urinario in cui il soggetto non emette urina, o comunque ne emette una quantità inferiore ai 100 mL nelle 24 ore. Si tratta, come possiamo ben comprendere di una quantità del tutto insufficiente rispetto a quella emessa in condizioni fisiologiche, che si attesta tra 1 e 2 litri al giorno.
Pertanto, questa condizione rappresenta una vera e propria emergenza medica che va trattata con estrema celerità a causa dell’esito nefasto che può comportare.
L’anuria può imputarsi a molti fattori, come vedremo, ma essenzialmente può essere dovuta ad una ridotta produzione di urina oppure ad un’ostruzione delle vie urinarie che non ne permette la fuoriuscita durante l’atto della minzione.
Pertanto, per questioni di praticità le cause di anuria vengono suddivise in:
- pre-renali: se l’anuria è dovuta al fatto che al rene non giunge un’adeguata quantità di sangue da filtrare per produrre l’urina;
- renali: quando il danno è localizzato a livello del rene e questo organo non svolge la sua funzione di filtrazione;
- post-renali: in cui il problema è conseguente un blocco delle vie urinarie.
L’anuria è un sintomo a cui dover prestare molta attenzione, molte volte può infatti indicare un disturbo di moderato o grave interesse clinico, pertanto si tratta di una condizione che non va mai sottovalutata e che va posta con celerità alle attenzioni mediche.
I sintomi associati all’anuria vanno via via progredendo con il perpetrarsi della condizione, e se il soggetto continua a bere liquidi nonostante non riesca ad urinare, in genere nel corso di 72 ore si hanno compromissioni tali da mettere a serio rischio la sua vita.
La mancanza di diuresi porta a un progressivo rialzo dei valori ematici di azoto (azotemia), nausea, alterazioni del ritmo respiratorio e della frequenza cardiaca, edemi diffusi, grave compromissione dell’equilibrio idro-salino, alcalosi metabolica, sonnolenza e mancanza di forze che giungono fino ad una condizione che prende il nome di coma uremico.
Inoltre, urinare poco e quindi avere un’espulsione delle urine che avviene più raramente rispetto alla normalità, facilita la proliferazione batterica delle vie urinarie, promuovendo di fatto l’infezione a carico delle basse vie urinarie.
Non a caso, alle ragazze che soffrono di frequenti episodi di cistite si raccomanda di bere di più, in quanto l’aumentato introito di liquidi stimola la diuresi, che permette attraverso il getto di urina di espellere parte della carica batterica.
Analogamente si invitano le ragazze che soffrono di cistite frequente ad urinare dopo un rapporto sessuale, in modo tale che grazie all’azione meccanica della diuresi vengano lavati via parte dei batteri entrati nell’uretra e giunti in vescica.
Quali sono le cause di anuria?
Per facilità di lettura e la comprensione, abbiamo deciso di riportare le cause di anuria in base alla localizzazione rifacendoci a quando illustrato nel paragrafo precedente.
Cause pre-renali
Il danno in questo caso è a monte del rene. Questo organo riceve una scarsa perfusione di sangue, dunque non può svolgere la sua funzione di filtrazione ematica e come conseguenza non si ha la produzione di urina.
In quali condizioni si ha una drastica riduzione dell’apporto di sangue ai reni, tale da causare anuria? Il requisito fondamentale è che il paziente abbia perso una grande quantità di liquidi, quindi in genere l’anuria pre-renale insorge a seguito di una forte emorragia, di ustioni, disidratazione, ipotensione e numerosi episodi di vomito e diarrea a seguito di un’infezione.
L’anuria può instaurarsi anche nei soggetti che assumono farmaci diuretici come trattamento per l’ipertensione.
Cause renali
In questi casi l’anuria è una manifestazione conseguente ad una patologia renale che non permette a quest’organo di svolgere la sua funzione di filtrazione del sangue, e dunque di produzione di urina.
Vediamo quali patologie sono più comuni:
- Ischemia: si ha una riduzione del flusso di sangue al rene, principalmente causata da un’ostruzione parziale di un vaso sanguigno;
- Necrosi: fenomeno causato dall’esposizione a sostanze tossiche per il rene dette appunto nefrotossiche. Tra queste sostanze rientrano alcuni antibiotici, alcuni farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) o ancora il mezzo di contrasto utilizzato in alcune indagini di diagnostica strumentale. Per questo prima di effettuare ad esempio una risonanza magnetica, viene richiesta un’analisi recente della creatinina (valutata attraverso un semplice prelievo del sangue), perché fornisce un’indicazione preziosa sullo stato di salute dei reni;
- Glomerulonefrite: si tratta di uno stato infiammatorio a carico del rene causato prevalentemente da un’infezione batterica (che prende il nome di pielonefrite), oppure da una patologia autoimmune che colpisce la struttura del rene detta glomerulo. Struttura, quest’ultima, coinvolta nel processo della produzione di urina.
Cause post-renali
In questa categoria rientra la casistica in cui i reni hanno prodotto l’urina regolarmente, ma questa non può fuoriuscire a causa di un’ostruzione delle vie urinarie (ureteri, vescica od uretra). Ma cosa causa l’ostruzione?
- Calcoli renali: si tratta di formazioni cristallizzate che si formano nei soggetti colpiti da patologie renali o che seguono una dieta iperproteica. I calcoli vanno ad ostruire le vie urinarie e possono impedire il deflusso dell’urina verso l’esterno;
- Ipertrofia prostatica: patologia di forte interesse clinico che riguarda in genere gli uomini al di sopra dei 50 anni di età. Si tratta di un processo neoplastico a lenta evoluzione che porta ad un aumento di volume della ghiandola prostatica. La ghiandola prostatica è posta inferiormente alla vescica ed il suo aumento di dimensione ed irrigidimento va a premere sulla vescica, generando la sensazione di dover urinare di frequente, ma allo stesso tempo può andare a bloccare il transito dell’urina verso l’uretra;
- Infezioni batteriche: le più comuni sono la cistite (nel genere femminile), l’uretrite e la prostatite (nel maschio). Si hanno fenomeni di flogosi, quindi di infiammazione, che possono rendere molto difficoltoso il passaggio dell’urina;
- Neoplasie: la loro massa va ad ostruire il lume dell’uretere o dell’uretra, impedendo il passaggio dell’urina.
Come si esegue la diagnosi?
Abbiamo visto in precedenza quanto sia importante intervenire tempestivamente in caso di anuria.
Questo perché si tratta di un sintomo indice spesso di una condizione patologica e che in breve tempo può portare ad una seria compromissione delle condizioni cliniche del paziente, fino a giungere ad uno stato di reale pericolo per la sua vita.
Se a questo si aggiunge che la diagnosi è piuttosto impegnativa, in quanto deve andare ad indagare su tutte le possibili cause viste in precedenza, risulta chiaro quanto sia di fondamentale rilevanza affidare la valutazione del caso unicamente ad un medico, in genere specialista in medicina interna o in nefrologia, o in urologia.
Si raccomanda in ogni caso di non perdere tempo cercando rimedi al problema su internet, né ricorrendo ad interventi fai da te. Si ribadisce la serietà della condizione e la necessità di ricorrere con la massima celerità all’intervento medico.
Quali procedure vengono di norma eseguite nella diagnosi di anuria?
Il medico si accerta da quanto tempo è che il soggetto non riesce ad urinare e valuta preliminarmente il livello di compromissione metabolica sullo stato di benessere del paziente, appurando se sia lucido e collaborativo, se la frequenza respiratoria e cardiaca siano alterate, se presenta edemi, sonnolenza e stanchezza fisica.
Risulta, poi, di fondamentale importanza sapere se il paziente ha perso molti liquidi a seguito di un’emorragia, di ustioni, o se attraverso vomito e diarrea a causa di un’infezione o di un’intossicazione.
L’iter diagnostico procede in maniera differente di caso in caso, ma di norma si rende fondamentale un prelievo di sangue attraverso cui valutare i livelli di azotemia, alterazioni dell’equilibrio idro-salino e tracce di infezione urinaria. Inoltre, tramite un emo-gas-analisi si valuta la presenza di acidosi metabolica (condizione indicativa di patologia renale).
Un’ecografia sarà utile nel verificare la presenza di calcoli renali, un ecocolor-doppler invece andrà a valutare se sussistono condizioni patologiche a livello delle vene e delle arterie renali.
Quali sono le terapie più efficaci?
Le terapie in caso di anuria dovranno andare a mirare strettamente alla causa scatenante il problema e dovranno quindi andare ad agire a livello pre-renale, renale o post-renale, tenendo conto dei fattori individuali del soggetto (età, stato di salute, assunzione di farmaci, patologie concomitanti).
In genere se il paziente ha perso una grande quantità di liquidi (causa pre-renale), si somministrano flebo di soluzione fisiologica per ristabilire il corretto apporto di liquidi.
Se la causa è invece di origine renale, a seconda dei casi possono essere sufficienti terapie farmacologiche, ma in condizioni di grave insufficienza renale si rende necessaria la dialisi.
Per quanto riguarda le patologie da ostruzione, se la causa è batterica è necessario somministrare antibiotici, se invece la causa è da imputare a calcoli, neoplasie o ipertrofia prostatica può rendersi necessario un intervento chirurgico.
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