Il termine ascite si riferisce ad una raccolta di liquido che si accumula nell’addome e più precisamente nella cavità peritoneale.
Si tratta di una condizione clinica facilmente diagnosticabile perché la sua manifestazione è chiaramente visibile con un tipico rigonfiamento dell’addome che assume l’aspetto del corpo a “rospo” (definito addome batraciano) e sulla sua superficie, data la tensione da stiramento della pelle, i reticoli venosi più superficiali risultano ben evidenti nel loro decorso. Inoltre, la raccolta di liquido porta ad un’estroflessione dell’ombelico e in alcuni casi alla formazione di ernie ombelicali o inguinali che sono caratteristiche frequenti nell’ascite addominale.
Affinché si definisca la condizione di rigonfiamento addominale come effettiva ascite, il liquido accumulato deve essere superiore al mezzo litro, ma talvolta questo volume può giungere fino a 5 litri, portando in alcuni casi il soggetto a complicanze respiratorie.
Quali sono le cause dell’ascite? perché può presentarsi questa condizione?
In questo articolo parliamo di:
Quali sono le cause dell’ascite?
È bene chiarire, sin da ora, che l’ascite di per sé non è una malattia ma è semplicemente un segno clinico di una patologia scatenante. Le cause possono essere di natura cardiovascolare, renale, epatica, pancreatica, infiammatoria e neoplastica (alcune neoplasie fanno aumentare la quantità di liquido in sede addominale, specie in caso di patologie tumorali a carico del peritoneo).
Andiamo a vedere più nel dettaglio le più comuni patologie connesse all’ascite per singola tipologia.
Cause cardiovascolari
La principale causa cardiovascolare di ascite è da imputare all’ipertensione portale, condizione che si instaura quando la vena porta è soggetta ad un aumento di pressione sanguigna.
La vena porta ha il compito di raccogliere il sangue dagli organi detti splancnici (stomaco, milza, pancreas, intestino tenue) e in condizioni normali ha una pressione pari a 5-10 mmHg, ma a seguito di processi patologici questa pressione può triplicare e persino quadruplicare. Quali meccanismi portano a questo aumento di pressione? In genere l’aumento di pressione è legato a fenomeni di trombosi venosa o di ostruzione, come in caso di cirrosi epatica.
Un’altra causa cardiovascolare di ascite di frequente riscontro è l’insufficienza cardiaca. In questo caso sussiste una condizione di insufficienza cardiaca con conseguente ipertensione del cuore destro che a sua volta va a ripercuotersi sulla pressione della vena porta, in un processo analogo a quello dell’ipertensione portale.
Si aggiunge, infine, anche la pericardite costrittiva fenomeno per cui si viene a formare un ispessimento di fibre a livello del cuore che porta ad un aumento di pressione.
Cause epatiche
Le patologie epatiche sono quelle più coinvolte nell’insorgenza di ascite, per una percentuale che si avvicina all’80% dei casi.
La principale e più importante causa di ascite da imputare a patologie che interessano il fegato è la cirrosi epatica. La cirrosi porta ad uno squilibrio dei liquidi, dovuto sia ad un deficit di proteine (si viene a creare una situazione di ipoalbuminemia, albumina bassa) che ad un aumento della ritenzione del sodio renale e quindi di acqua per compensazione.
La cirrosi da anche un problema a livello della circolazione della linfa all’interno del fegato, con conseguente aumento della pressione e aumento di liquidi che non vengono più correttamente riassorbiti.
Non sono poi da escludere ulteriori complicanze, infatti, in circa il 30% dei casi di cirrosi epatica l’ascite si infetta a causa del passaggio dei batteri dall’intestino alla cavità peritoneale. In questi casi si parla di peritonite batterica.
Esiste poi una condizione clinica di cirrosi piuttosto grave, a cui si accompagna insufficienza renale, che prende il nome di sindrome epato-renale, e che può portare il soggetto alla morte se non si interviene tempestivamente.
Cause renali
La forma più comune di patologia renale che porta ad ascite è la sindrome nefrosica, in cui analogamente a quanto accade per la cirrosi si ha una diminuzione delle proteine (in particolare dell’albumina in una condizione che prende il nome di ipoalbuminemia) e ad un aumento della ritenzione di liquidi.
Cause neoplastiche
In questi casi l’ascite si sviluppa in seguito a processi tumorali che originano a livello dello stomaco, del fegato, dell’ovaio e della mammella, che danno metastasi nella cavità addominale, localizzandosi nel peritoneo. L’ascite neoplastica è quasi sempre la conseguenza di forme tumorali localizzate in altri distretti corporei che metastatizzano nelle cavità addominale causando appunto riversamento di liquidi.
Come si diagnostica l’ascite?
Come avviene la diagnosi?
La diagnosi di ascite viene effettuata da un medico sulla base delle caratteristiche ben visibili già citate, sulla palpazione dell’addome e sulla base di esami che vanno ad indagare la natura del liquido.
Il medico valuterà dapprima l’aumento di volume e l’aspetto globoso dell’addome, la protrusione dell’ombelico e la formazione di eventuali ernie, di per sé tuttavia non sufficienti ad una diagnosi di ascite ma che indirizzano il sospetto clinico.
La valutazione prosegue con la palpazione dell’addome, valutando la mobilità del contenuto addominale e la compresenza di aria.
Mediante strumenti di diagnostica per immagini (molto usata l’ecografia), si va a vedere la quantità di liquido presente nell’addome, regolandosi su quanta se ne deve prelevare durante la manovra di svuotamento.
Infine, dopo avere praticato una manovra di svuotamento (paracentesi diagnostica), si va ad analizzare la natura del liquido. Ma cosa si va ad analizzare?
L’aspetto di principale interesse è relativo alla presenza di proteine, in particolar modo si valuta la quantità di albumina, ma si vanno ad indagare anche altri aspetti come il numero di globuli bianchi (per escludere ci siano infezioni batteriche in atto), la presenza di glucosio, di LDH (lattato deidrognasi) e se ci sono elementi che possono essere collegati a processi neoplastici.
Tuttavia, non bisogna sminuire l’importanza che ricopre anche la semplice osservazione di fattori come il colore, la densità, l’aspetto e la quantità: tutte caratteristiche utili a valutare la natura del liquido.
Quali sono le terapie che abbiamo a disposizione per curare l’ascite? Voltiamo pagina per scoprirlo.
Quali terapie abbiamo a disposizione?
La terapia adeguata per l’ascite deve essere affidata esclusivamente ad un medico specialista, l’unico in grado di risolvere temporaneamente la situazione mediante una manovra di svuotamento detta paracentesi evacuativa che andremo ad analizzare a breve. Lo scopo della visita specialistica deve essere quello di individuare ed andare a trattare la patologia sistemica che ha causato la raccolta di liquido e da qui mettere in atto la strategia terapeutica più idonea ed efficace. Il liquido prelevato viene, come visto in precedenza, analizzato ai fini di una corretta diagnosi.
In particolare, dal liquido che viene aspirato si andranno ad analizzare:
- Proteine del sangue e quelle presenti nel liquido ascitico;
- Numero dei globuli bianchi, in particolare i neutrofili, i cui valori devono essere inferiori a 250/mm³;
- Esame colturale ed antibiogramma per identificare il batterio presente e trattarlo con l’antibiotico a cui esso è più sensibile;
- Dosaggio del glucosio, quadro sieroproteico, bilirubina, ematocrito e ricerca della presenza di cellule tumorali.
Cos’è la paracentesi e come si esegue?
Si tratta di una manovra invasiva, praticata in condizioni sterili ed effettuata mediante strumentazioni mediche. L’obiettivo di questa manovra è quello di andare a svuotare la cavità addominale dal liquido raccolto, dando una sensazione di sollievo immediata al paziente.
Si effettua quindi una perforazione sulla parte sinistra dell’addome, seguendo una linea immaginaria che collega l’ombelico alla spina iliaca (fianco). Salvo rari casi, il buco non viene mai effettuato nella parte destra dell’addome perché sussiste il rischio di andare a lesionare l’intestino cieco.
Dopo la manovra di svuotamento si seguono le terapie farmacologiche (spesso di natura diuretica), indicate anch’esse esclusivamente da un medico specialista, con l’intento di andare a trattare la patologia che ha determinato ascite.
Il farmaco di prima scelta per il trattamento di questa condizione è il canrenoato di potassio, (un farmaco che contrasta l’azione dell’aldosterone) secondo modalità e posologia stabilita rigorosamente dal medico. In caso di inefficacia della monoterapia con tale farmaco si possono associare altri diuretici con un meccanismo d’azione differente come la furosemide o la torasemide.
Inoltre, al paziente affetto da ascite si consiglia di seguire una dieta a ridotto contenuto di sodio (iposodica) ed una restrizione nell’ingestione di liquidi (massimo 750-1000 mL nell’arco della giornata).
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