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Come si effettua la diagnosi? Quali elementi vengono presi in considerazione?
Abbiamo visto come la riduzione del volume muscolare possa essere conseguente a molteplici cause, alcune non patologiche, legate ad inattività o a una dieta errata. In questi casi, pertanto, la situazione ritorna alla normalità semplicemente correggendo gli stili di vita errati che sono stati reiterati nel tempo senza dover ricorrere ad una terapia farmacologica.
È di fondamentale importanza rivolgersi quanto prima ad un medico per indagare a fondo la causa scatenante l’atrofia muscolare progressiva e le conseguente perdita di forza, l’impaccio motorio e la perdita di autonomia nell’esecuzione delle normali attività quotidiane. Non bisogna cadere nell’errore di sottovalutare i sintomi e di eseguire gli accertamenti con la massima tempestività.
In sede di visita, in genere effettuata da un medico specialista in neurologia, vengono valutati i sintomi percepiti dal paziente: quando si sono manifestate le prime avvisaglie, se il soggetto avverte indebolimento muscolare e mancanza di forza, se è costretto a limitare le sue attività quotidiane e se manifesta difficoltà motorie.
L’indagine proseguirà, poi, accertandosi se il soggetto soffre o meno di determinate patologie, se ha avuto episodi febbrili nelle settimane precedenti e se assume medicinali, per poi valutare, visivamente ed al tatto, la sua massa muscolare così come le sue abilità motorie. In base ai dati raccolti il medico sottoporrà il paziente ad ulteriori indagini per confermare i sospetti diagnostici.
In caso di distrofia muscolare di Duchenne, quindi nei pazienti in età infantile, risulta utile ai fini diagnostici un prelievo di sangue per valutare i valori di creatin-chinasi ematica.
Sono poi molto utili ai fini dell’indagini di atrofia muscolare sottoporre il paziente all’elettromiografia ed ai potenziali evocati, che consentono di studiare i tempi risposta del muscolo rispetto allo stimolo elettrico, ed ancora ad una risonanza magnetica.
In alcuni casi si rende necessaria una biopsia muscolare.
Quali terapie abbiamo a disposizione?
In qualunque caso, trattandosi di una condizione di grande interesse clinico, in caso di diagnosi di atrofia muscolare è necessario attenersi alle strategie terapeutiche indicate dal medico specialista in neurologia.
Se la perdita di massa muscolare è dovuta ad un periodo di inattività (a causa di una frattura, di un periodo a letto, di una patologia che ha comportato l’allettamento) in genere viene indicata una terapia di riabilitazione motoria, quindi fisioterapia, esecuzione di specifici esercizi e l’ausilio temporaneo di supporti quali sostegni, bretelle o specifiche imbragature.
Se la causa è legata alla malnutrizione vengono di norma prescritte specifiche diete ricche di aminoacidi che favoriscono la ricostituzione del muscolo.
In caso di distrofia muscolare di Duchenne in genere si somministra una terapia steroidea (prednisone o deltacortene) che aiuta a rallentare il decorso della patologia, a cui si deve associare un supporto di natura fisioterapeutica.
L’azione combinata dei trattamenti consente di prolungare il periodo in cui il bambino può deambulare autonomamente. Nelle fasi avanzate il soggetto necessiterà di opportuni tutori, sostegni e dispositivi per potere mantenere mobilità dei muscoli.
Per quanto riguarda le altre patologie di interesse neurologico, la terapia assume diverso carattere di caso in caso che non possono essere fornite dalle pagine di questo blog.
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