Burnout: quali sono i sintomi e come prevenire la sindrome da stress intenso

Esaurimento, stanchezza, distanza emotiva dal proprio lavoro sono i sintomi principali della sindrome da burnout, uno stato di stress intenso causato molto spesso da lavoro intenso. Anche se essere sotto stress in un ambiente lavorativo può sembrare la normalità, non bisogna permettere che la situazione sfugga di mano perché ne va della propria salute, non solo delle performance lavorative.

I sintomi del burnout possono essere comuni ad altre patologie e non sempre è facile diagnosticarlo. E’ quindi fondamentale riuscire a riconoscerlo per operare delle correzioni nel proprio equilibrio vita-lavoro e attuare qualche suggerimento per prevenire la condizione.

Cos’è la sindrome da burnout e chi colpisce

L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce il burnout come uno stato di stress cronico lavoro-correlato caratterizzato dalla sensazione di completo esaurimento delle proprie energie fisiche e mentali.
Il termine burnout, in inglese, significa letteralmente “bruciato” e più ampiamente “esaurito”. Quindi possiamo definire il burnout come un esaurimento psicofisico, uno stress intenso collegato al lavoro.

Il burnout può colpire chiunque e in qualunque contesto lavorativo, ma esistono categorie di lavoratori che possono sperimentarlo con maggiore frequenza. In generale, i soggetti più colpiti sono quelli che svolgono le professioni di tipo sanitario e assistenziale come medici, infermieri, operatori OSS, caregiver, psicologi.
Ma anche chi lavora nella gestione delle emergenze come la polizia e i vigili del fuoco. E i professionisti che ricoprono posizioni di responsabilità o di tipo relazionale impegnative come avvocato, insegnanti, impiegati in luoghi ad alta frequentazione (posta o banca) possono incorrere nel burnout.
Infine, le persone che tendono ad essere troppo esigenti verso sé stessi e gli altri o che pongono obiettivi poco realistici sono soggetti che possono sperimentare burnout.

I sintomi del burnout, ecco quali sono i campanelli di allarme

I sintomi possono essere fisici, psichici e comportamentali. Spesso appaiono lentamente e la persona che ne soffre non li ritiene collegati tra loro, pertanto è difficile identificare la criticità della situazione.

I principali sintomi fisici del burnout sono:

  • esaurimento, stanchezza costante;
  • basse difese immunitarie che portano a malattie frequenti;
  • frequenti mal di testa o dolori muscolari;
  • insonnia;
  • difficoltà digestive;
  • nausea e inappetenza;
  • senso di soffocamento;
  • tremori;
  • vertigini;
  • tachicardia;

Invece, i sintomi legati alla sfera emotivo-cognitiva riguardano:

  • sensazione di totale annullamento;
  • difficoltà di concentrazione;
  • demotivazione e distacco dal lavoro;
  • distacco e alienazione dalle attività;
  • rabbia e risentimento;
  • sensi di colpa;
  • nervosismo;
  • indecisione, pianti frequenti;
  • bassa autostima e sensazione di fallimento;
  • preoccupazione costante;
  • avversione verso le relazioni sociali;
  • delusione e scarsa motivazione;

Nei casi più gravi la persona può avere anche attacchi di panico, depressione, abusare di alcol e psicofarmaci, avere un cattivo rapporto col cibo, fino anche a autolesionarsi.

Quali sono le cause dello stress intenso

Le cause sono un mix di fattori che contribuiscono allo sviluppo del burnout. Possono essere fattori individuali come sesso ed età ma anche legati alla personalità più o meno espansivi o perfezionisti oppure ancora con una visione pessimistica del mondo.

I fattori organizzativi, invece, impattano sulla quotidianità lavorativa e possono riguardare le relazioni tese se non addirittura tossiche con colleghi e superiori, una retribuzione non adeguata, scarse misure di sicurezza, mancanza di formazione, rigidità degli orari o ambiente caotico con pressioni alla performance eccessive.

Infine, i fattori socio-culturali che possono contribuire all’insorgenza di burnout possono riguardare un carico eccessivo di lavoro, un ambiente poco stimolante, uno scarso riconoscimento del lavoro svolto o svalutazione. Ma anche una sensazione di stanchezza per la quale non ci si sente pronti ad affrontare una nuovo progetto e un basso senso di appartenenza all’organizzazione.

Diagnosi e cura del burnout

Per diagnosticare il burnout è necessario rivolgersi a un professionista sanitario come uno psicoterapeuta o uno psichiatra. Durante il colloquio si raccoglieranno le informazioni necessarie a comprendere l’entità del disagio e le cause che lo hanno scatenato.
Il trattamento del burnout è possibile. Si valutano eventuali prodotti per ristabilire condizioni fisiche debilitate, ma è necessario che il paziente sia consapevole delle ripercussioni che il burnout ha sulla propria vita professionale e personale e dei fattori che lo hanno causato.

Il professionista sanitario aiuterà il paziente a contestualizzare il malessere all’interno del vissuto lavorativo per riuscire a intervenire successivamente sul comportamento e sugli atteggiamenti da correggere.
Per affrontare il processo di guarigione è bene iniziare un percorso di psicoterapia con un professionista esperto in questo ambito.

Prevenzione del burnout: ecco cosa fare

Prevenire il burnout è possibile, anche se, come abbiamo visto, è una condizione multifattoriale.
I suggerimenti dati dagli esperti riguardano:

  • dormire un numero adeguato di ore a notte e riposarsi appena si presenta l’opportunità;
  • avere una alimentazione sana e rimanere idratati;
  • svolgere attività fisica per scaricare lo stress;
  • dedicarsi ai propri interessi e hobby;
  • ricercare un equilibrio tra vita privata e vita professionale instaurando dei confini;
  • fissare obiettivi raggiungibili;
  • individuare e definire le priorità;
  • evitare comportamenti conflittuali con colleghi e superiori;
  • cercare l’aiuto di un professionista;
  • praticare la mindfulness, una forma di meditazione per la gestione di stati di ansia.

Fonti:

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