Quando si parla di calo ponderale ci si riferisce ad una perdita di peso significativa senza però avere un motivo preciso per dimagrire e senza che il soggetto metta in atto strategie o segua diete per perdere il proprio peso corporeo.
Si possono riscontrare fluttuazioni del peso corporeo, come nel caso della ritenzione idrica, in cui si ha un rapido aumento di peso ed un dimagrimento improvviso nell’arco di appena qualche giorno, ma talvolta le perdite di peso si prolungano per periodi più lunghi e in questi casi non si ha più perdita di soli liquidi, ma un reale calo della massa muscolare corporea.
Quest’ultima è una situazione che merita maggiori attenzioni perché le cause sottostanti possono essere molto gravi.
Molto spesso, quando si ha una perdita di peso in maniera veloce e senza apparenti motivi, sussiste il pericolo che questa sia il segnale di spia di una malattia sistemica che può avere risvolti anche piuttosto gravi.
Si raccomanda, pertanto, in caso di calo ponderale di non sottovalutare la situazione, di tenere un diario personale in cui annotare le variazioni con una cadenza regolare, in modo da facilitare la comprensione del problema, di parlarne con il proprio medico curante e di sottoporsi ad adeguate indagini su indicazione di un medico specialista.
In questo articolo parliamo di:
Quali sono le cause del calo ponderale?
Un’importante perdita di peso è un fenomeno da tenere sempre sotto osservazione, ma questa condizione non deve creare sempre allarmismo o infondere uno stato di ansia perché la causa potrebbe essere da imputare soltanto a fattori di stress, a cattive abitudini nello stile di vita o a problemi economici e sociali. Tutti fattori che una volta corretti o eliminati riportano il soggetto a ripristinare il proprio peso e lo stato di salute generale.
Quando preoccuparsi? Si può nutrire preoccupazione quando la perdita di peso è pari o superiore al 5% della massa corporea e quando questo calo si manifesta in maniera repentina ed ingiustificata.
Le possibili cause sono numerose e si differenziano in base all’età, al sesso, alla presenza di malattie metaboliche e sistemiche, e ancora come conseguenza di tumori.
In genere nei soggetti più giovani si prendono in considerazione fattori psichiatrici (anoressia nervosa), fattori metabolici e sistemici (diabete mellito, ipertiroidismo) ed infettivi (un calo ponderale è molto frequente nelle persone colpite dal virus HIV che causa AIDS, ma anche nei soggetti infestati da parassiti).
L’anoressia è una delle cause più diffuse di calo ponderale nelle popolazione giovanile che provoca perdita di appetito e l’assenza della normale sensazione di fame che dovrebbe spingere il soggetto ad assumere alimenti. L’ipertiroidismo causa una perdita consistente di peso perché gli ormoni tiroidei elevano il metabolismo cellulare spingendo il corpo a bruciare di più.
Nei soggetti più anziani vengono prese in considerazione stati depressivi, malattie gastrointestinali, malassorbimento e tumori.
Le neoplasie che colpiscono gli organi gastrointestinali ed i polmoni sono quelle che portano ad un maggiore calo ponderale e in genere mettono in allarme il soggetto in tempi precoci.
La cachessia è una delle condizioni più diffuse che si manifestano in caso di tumore. Si tratta di una compromissione dello stato di salute generale che si caratterizza per: riduzione consistente della massa muscolare, assottigliamento cutaneo e deperimento generale del soggetto.
Tra le possibili cause però sono anche da tenere in conto patologie neurologiche (Parkinson, demenza, ictus), diminuzioni del senso del gusto e dell’olfatto in seguito a trauma o invecchiamento, alcoolismo, patologie renali, patologie cardiache e ancora alcune forme di anemia. Infine, si può manifestare calo ponderale anche a seguito dell’assunzione di alcune categorie di farmaci (ACE inibitori, antibiotici, FANS…).
Esistono poi fenomeni di calo ponderale del tutto fisiologici, come nel caso della perdita di peso del neonato nei suoi primi 3-4 giorni di vita. Dopo la nascita in neonati hanno una perdita ponderale che può comportare anche un calo del 10% del peso corporeo. In ogni caso si rimanda ogni tipo di consiglio e valutazione ad un medico specialista in pediatria.
Come fare a diagnosticare la causa del dimagrimento improvviso?
Come si esegue la diagnosi?
Le indagini diagnostiche devono essere indirizzate e svolte unicamente da un medico, che andrà a valutare le cause all’origine del calo ponderale. Risulta utile però la collaborazione del paziente, specie se ha tenuto un diario in cui sono registrate le variazioni di peso nelle settimane o nei mesi precedenti.
Se invece il paziente non ha annotato le differenze di peso, in genere si chiede se ci sono state variazioni quanto al vestiario, se gli abiti vestono più larghi e se si è dovuta restringere la cintura. Queste domande vengono poste per valutare se la perdita di peso sia reale o se invece è soltanto un’impressione del soggetto.
In fase di anamnesi, il medico raccoglie tutte le informazioni utili riguardo lo stile di vita e le abitudini del paziente: se ha avuto episodi febbrili, se avverte una continua sensazione di stanchezza, se prova dolore, se ha la presenza di tosse, se ha difficoltà respiratorie.
Si valuta se soffre di disturbi neurologici, se ha difficoltà a deglutire (disfagia), se avverte una persistente sensazione di nausea, se assume farmaci, se fuma e se consuma alcool. E ancora si valuta la storia clinica sia del paziente che della sua famiglia. Si vanno ad indagare quindi tutti i fattori influenti sul calo ponderale.
Si chiede anche se il paziente di recente ha viaggiato in località esotiche per valutare se sussiste il pericolo possa essere stato colpito da parassiti.
Nel corso del vero e proprio esame obiettivo si va a valutare lo stato di salute generale del paziente. Si procede col pesare il soggetto e si prendono i parametri vitali, quindi si misura la pressione e la frequenza cardiaca. Si osserva anche la cute, valutando il colore (pallore, ingiallimento in caso di ittero, rossore in caso di edema e segni di cicatrici per verificare se ha subito interventi chirurgici).
Si vanno poi a cercare segni di malattie sistemiche e quindi si effettua l’auscultazione del cuore e dei polmoni, la palpazione dell’addome, si valuta il rigonfiamento delle ghiandole del collo (adenopatie), la presenza di micosi sulle mucose (come la candidosi orale) ed eventuali malattie dentali. Infine, il medico si accerta se sussistano particolari fattori neurologici e psichiatrici mediante la somministrazione di specifici test.
Raccolti i segni necessari il medico può procedere indicando esami del sangue e delle urine per valutare i valori degli elettroliti, i livelli ormonali, marker tumorali e la presenza di virus (specie HIV). È possibile inoltre approfondire ulteriormente lo stato clinico del soggetto mediante mezzi di diagnostica strumentale come la TAC di addome e torace e la Risonanza Magnetica.
Ci sono terapie efficaci attualmente?
Esistono terapie efficaci?
Il soggetto che manifesta un calo ponderale deve rivolgersi all’attenzione e al controllo di un medico specialista in quanto, come abbiamo visto, può essere la manifestazione di una patologia di fondo di rilevanza clinica.
Il medico, valutate le condizioni del paziente ed effettuata un’accurata indagine diagnostica andrà ad indicare la strategia terapeutica più adeguata al singolo caso.
Nei casi più lievi le terapie si limitano alla stimolazione dell’appetito e all’aumento del peso corporeo, alla correzione delle cattive abitudini del soggetto, alla somministrazione di particolari diete. Nei casi di interesse clinico più grave invece vengono prescritte terapie farmacologiche ormonali (come nel caso dell’ormone della crescita) e terapie che vanno a trattare la patologia sistemica che causa il calo ponderale.
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