La presenza di catarro verde, nel fazzoletto o nel lavandino, nella maggior parte dei casi deve fare pensare subito alla conseguenza di un’infezione delle vie aeree, in particolar modo ad un’affezione dei bronchi o dei seni paranasali.
Ma prima di approfondire il discorso sulle possibili manifestazioni patologiche cui si associa, risulta utile capire il meccanismo attraverso cui si forma il catarro e approfondire quelle che sono le sue funzioni. Prima di iniziare la nostra discussione voglio subito dirti che la produzione di muco è un evento assolutamente normale e fisiologico e che la sua presenza è fondamentale per il corretto funzionamento del nostro apparato respiratorio.
Ma cosa dire del colore? Iniziamo subito ad approfondire l’argomento.
In questo articolo parliamo di:
Il catarro: cos’è e perché si forma?
Riassumendo ai minimi termini si può dire che il catarro deriva da un addensamento del muco naturalmente prodotto nelle vie respiratorie. Per essere più esaustivi, il muco viene prodotto fisiologicamente dalle ghiandole mucipare caliciformi situate nella mucosa delle vie respiratorie, in una quantità variabile tra i 25 ed i 150-200 mL al giorno, al fine di svolgere due importanti funzioni:
- distribuirsi su tutta la superficie delle vie aeree creando uno strato sottile (o film) che consente di tenere adeguatamente idratate le mucose aeree;
- raccogliere e filtrare l’aria inspirata, intrappolando al suo interno particelle, polveri e microrganismi.
Il muco viene poi eliminato attraverso un meccanismo che prende il nome di clearance muco-ciliare in cui le ciglia, situate sulle cellule della mucosa respiratoria, convogliano il muco verso la rinofaringe per poi riversarlo nelle vie digerenti dove verrà eliminato.
La produzione di muco aumenta notevolmente quando insorge un processo infiammatorio a carico delle vie aeree (sia esso dovuto ad infezioni o a lesioni croniche), e non potendo più essere adeguatamente eliminato, andrà ad accumularsi ed addensarsi costituendo il catarro (detto anche espettorato o ancora escreato). L’accumulo di catarro comporta l’ostruzione delle vie aeree, e in genere l’insorgenza di tosse e rinorrea (naso che cola e necessità di soffiarsi il naso), come meccanismi per liberare le vie respiratorie da questa sostanza vischiosa.
Il catarro può presentarsi con caratteristiche differenti in base alla causa che ne ha determinato la sua produzione, quindi più o meno denso, e di differente colori, dal verde, al giallo, fino a colori che sottendono la presenza di sangue. Queste caratteristiche sono molto utili per indirizzare il medico nella diagnosi e quindi nell’instaurare una terapia specifica.
La presenza di muco verde e denso si accompagna a difficoltà respiratorie, presenza di tosse, alito cattivo, bruciore e mal di gola, mal di testa, mancanza di voce o voce rauca, ridotto senso dell’olfatto, naso che cola e necessità di soffiarlo, e talvolta a manifestazioni quali febbre, brividi, dolori articolari e malessere diffuso.
Con questa breve panoramica vi abbiamo illustrato il meccanismo di produzione del catarro, le sue caratteristiche ed i sintomi che si accompagnano alla sua presenza: tutte informazioni preziose che ci serviranno per spiegarvi tutte le cause che sottendono la formazione del catarro verde.
Quando si forma il catarro verde?
Come vi abbiamo appena accennato, la produzione del catarro verde è strettamente legata ad alterazioni patologiche e funzionali che sono da ricondurre al funzionamento dell’apparato respiratorio. Qui vi riporto quelle più frequenti.
Bronchite
La bronchite è un’affezione dei bronchi dovuta sia ad una infezione di tipo batterico che virale (pertosse) o ancora causata da un danno cronico (fumo). La mucosa che riveste la superficie interna dei bronchi subisce un processo di infiammazione che porta alla formazione di catarro verde, il quale viene espulso per mezzo di una tosse persistente.
Si riconoscono due forme di bronchite: una acuta, che si risolve da sé (qualora sia causata da un’infezione virale) o per mezzo di antibiotici se si instaura una sovra-infezione batterica, ed una forma cronica causata dall’esposizione prolungata ad agenti e sostanze irritanti (fumo, inquinamento, polveri).
In entrambi i casi possono manifestarsi episodi di febbre, bruciore e dolore alla gola e tosse secca (più comune nella forma acuta) o tosse grassa (più comune nella forma cronica);
Bronco-pneumopatia cronica ostruttiva (BPCO)
Può derivare da una bronchite cronica non adeguatamente trattata, si tratta quindi di un’ostruzione cronica delle vie aeree causata dall’esposizione prolungata a sostanze irritanti, fumo e polveri, ma anche da infezioni ricorrenti delle vie respiratorie.
Il sintomo iniziale con cui si manifesta è una tosse persistente che che dura per almeno 3 mesi consecutivi nel corso di un anno e che si presenta per due anni consecutivi.
In questo modo, si instaura quindi un processo di eccessiva produzione di muco che si addensa in catarro color verde che va ad ostruire le vie respiratorie causando dispnea (o fame d’aria). A tutto questo si associa, inoltre, un ispessimento della parete interna del bronco che determina il restringimento del lume e quindi minor passaggio di aria che comporta la comparsa di rumori, detti ronchi.
Sinusite
La sinusite è una patologia molto comune nei mesi invernali di cui purtroppo molte persone soffrono. Si tratta di un’infiammazione della mucosa che riveste uno o più seni paranasali (temporali, mascellari, etmoidali, sfenoidali) in seguito ad un processo di flogosi, quindi di infezione virale, batterica o più raramente micotica.
Come per la bronchite, si identificano una forma acuta e una forma cronica oltre ad una ricorrente.
In tutti questi casi i sintomi percepiti sono sempre gli stessi: dolore localizzato al seno (o ai seni paranasali) interessati dall’infiammazione (nel caso del seno mascellare il dolore può estendersi anche ai denti), quindi cefalee e algie al viso, disturbi olfattivi, riduzione della capacità di percepire gli odori, produzione ed espulsione di catarro verde attraverso il naso, ostruzione del naso (o naso tappato), alterazioni della voce, alitosi, tosse e talvolta anche febbre.
Otite media sierosa
Si tratta di una patologia flogistica che colpisce l’orecchio medio, tipica dei mesi invernali e spesso conseguente ad un’infezione del naso o della faringe.
Si distingue anch’essa in una forma acuta, che in genere si risolve entro 3 settimane, una forma sub-acuta che si protrae fino a 3 mesi, ed una forma cronica che perdura per un tempo superiore ai 3 mesi.
I soggetti maggiormente colpiti in questo caso sono i bambini, questo perché tendono a non soffiarsi il naso, ma piuttosto ad effettuare inspirazioni forzate per liberare il naso dal muco, ma questa azione facilita il passaggio dei batteri dalla rinofaringe all’orecchio medio attraverso la tuba di Eustacchio, canale che collega le due sedi anatomiche.
A differenza di altre forme di otite, il dolore è più attenuato ma si ha un versamento di liquido sieroso di colore giallo o verde nell’orecchio che determina una lieve ipoacusia, dunque minor capacità di percepire e distinguere i suoni.
Questa condizione nei bambini può perdurare a lungo poiché difficilmente si lamentano della condizione, ed il trattamento è di natura prettamente antibiotica, cui possono sommarsi antistaminici, corticosteroidi e antinfiammatori non steroidei.
Diagnosi e terapia: come comportarsi?
La presenza di catarro verde dovrebbe sempre portare a rivolgersi al proprio medico curante, questo per evitare l’instaurarsi di processi cronici o recidivanti, per trattare la patologia alla base del fenomeno.
Spetterà alla sua valutazione sottoporvi ad ulteriori accertamenti, che potranno comprendere:
- un esame microbiologico dell’espettorato: in modo tale da identificare il microrganismo responsabile dell’infezione, per prescrivere l’antibiotico più opportuno, se necessario;
- una radiografia del torace: esame utile per prendere visione di polmoni e bronchi ed escludere complicanze o polmoniti;
- una spirometria: esame che permette di valutare la capacità respiratoria del soggetto.
La terapia viene prescritta dal medico dopo aver effettuato gli accertamenti necessari e dunque dopo aver individuato la causa.
In genere i trattamenti sono di natura farmacologica e prevedono la somministrazione di antinfiammatori non steroidei (FANS) con effetto analgesico, mucolitici per facilitare l’espulsione del catarro, antibiotici per contrastare l’infezione (se batterica) e vasocostrittori nasali per ridurre lo stato di gonfiore (edema) delle mucose del naso e dei seni paranasali, ma che devono essere utilizzati per brevi periodi.
Uno dei farmaci più utilizzati in questi casi è il Fluimucil Antibiotico®, ma la sua somministrazione deve essere sempre concordata con il medico alla luce degli accertamenti diagnostici. Altro principio attivo che spesso viene prescritto è l’acetilcisteina, una sostanza dall’azione mucolitica. Inoltre, voglio segnalarti che esistono anche dei mucolitici naturali che possono essere utilizzati, dopo approvazione del medico, con successo nella fluidificazione e disinfezione del muco.
Si raccomanda pertanto di attenersi scrupolosamente dalle indicazioni fornite dal medico per non peggiorare ulteriormente la situazione ed incorrere in complicazioni più gravi.
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