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Il diabete può inizialmente manifestarsi senza sintomi evidenti, per cui potrebbe risultare difficile individuare la patologia in assenza di analisi specifiche. Spesso i pazienti scoprono con un semplice check-up della glicemia di essere affetti da questa particolare tipologia di malattia cronica quando ormai è presente nel loro corpo da anni.
Secondo i dati riportati dalla SID- Società italiana di diabetologia, oggi in Italia sono circa 3 milioni le persone che hanno avuto una diagnosi di diabete e accanto a questi si stima che un altro milione e mezzo ne sia affetto senza saperlo.
Lo sviluppo del diabete all’interno del nostro organismo è infatti molto lento, quindi il corpo impiega vario tempo a manifestare i sintomi legati alla malattia. Questo spiega il perché la diagnosi di diabete, soprattutto in età avanzata, avvenga casualmente tramite esami di laboratorio di routine.
Tuttavia, contrariamente all’opinione corrente, i valori glicemici alti non sono l’unico sintomo e soprattutto non sono il solo sintomo di diabete. Il corpo infatti dà dei segnali precisi, che indicano l’urgenza di rivolgersi a un medico specialista. Vediamo quali.
I segnali clinici del diabete
L’iperglicemia si verifica quando la concentrazione di glucosio nel sangue è troppo alta, tanto da causare danni a organi come reni, occhi e cuore.
Per individuare i livelli di glicemia, si parte da semplici analisi del sangue e delle urine. I segni clinici rilevati tramite gli esami di laboratorio sono:
- l’iperglicemia a digiuno, ovvero la presenza di alti valori nel sangue in uno stato di digiuno
- la glicosuria, ovvero la presenza di glucosio nelle urine.
La curva glicemica valuta la variazione della glicemia dal valore a digiuno e quello dopo l’assunzione di una quantità nota di glucosio.
L’esame dell’emoglobina glicata o glicosata viene usato soprattutto dai pazienti può aiutare a porre diagnosi o anche nei pazienti con diagnosi già accertata per verificare l’efficacia del trattamento farmacologico nel mantenimento di livelli bassi di glicemia nel sangue.
Oltre a questi esami, ci sono tuttavia alcuni piccoli segnali che il corpo ci invia nel caso in cui valore glicemico risulti alterato.
Diabete di tipo 1: i sintomi da non sottovalutare
Per effettuare una diagnosi precoce di diabete è fondamentale ascoltare il nostro corpo e, in particolar modo, i segnali che esso ci invia.
Tra i sintomi più comuni del Diabete di tipo 1, quello maggiormente diffuso nelle fasce d’età più giovani quali l’infanzia e l’adolescenza, si possono ravvisare:
- La poliuria: un aumento del volume delle urine e una più frequente necessità di minzione
- La polidipsia: forte sete e bisogno frequente di abbeverarsi
- La polifagia paradossa: aumento dell’appetito, seguito da perdita di peso ingiustificata
- Stanchezza cronica: affaticamento continuo accompagnato da visione offuscata
- Irritazioni cutanee e infezioni: prurito, secchezza, infezioni alla cute frequenti o disidratazione.
In particolare si rileva che nei soggetti giovani la poliuria rappresenta il sintomo segnalato più frequente.
Diabete di tipo 2: i sintomi
Nel caso del Diabete di tipo 2, che si verifica quando il pancreas produce insulina ma a livello insufficiente per l’utilizzo corretto da parte dell’organismo, i sintomi possono discostarsi leggermente. Solitamente questa tipologia di diabete si sviluppa in età più avanzata, oltre i 40 anni.
I sintomi sono i medesimi elencati per il Diabete di tipo 1, ma a questi talora si possono aggiungere:
- Dolori addominali: senso di malessere alla cavità addominale, ossia nell’area compresa tra la fine del bacino e l’inizio delle costole
- Cefalee frequenti: mal di testa cronico che sfocia in emicrania
- La difficoltà di cicatrizzazione delle ferite
- Parestesia: ovvero formicolio di mani e piedi
Nei pazienti affetti da Diabete di tipo 2 non si riscontra il sintomo della polifagia paradossa (fame e frequente e aumento dell’appetito) che invece è associabile sono ai soggetti più giovani, affetti da Diabete di tipo 1.
Come prevenire l’iperglicemia
Una volta diagnosticato, il diabete è una patologia da cui non si torna indietro. Tuttavia è possibile prevenire l’iperglicemia, quindi l’elevata concentrazione di glucosio nel sangue, tramite alcune sane abitudini da applicare alla nostra quotidianità.
Tenersi in movimento e seguire un’alimentazione equilibrata sono presupposti fondamentali per ridurre il rischio di diabete. Una passeggiata quotidiana di trenta minuti può ridurre il rischio di diabete del 60%, se abbinata a una dieta povera di grassi saturi. Queste piccole accortezze sono utili anche ai pazienti che hanno già sviluppato la patologia: praticare frequente esercizio fisico, evitare dolciumi e zuccheri o consumarne a piccole dosi sono alleati indispensabili, ovviamente uniti a visite mediche e controlli frequenti da parte di uno specialista in diabetologia.
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