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Il dolore ai reni si localizza tipicamente in sede lombare, a livello del fianco desto o sinistro, ossia nella zona che si estende al di sotto della dodicesima costola fino alla porzione lombare della colonna vertebrale.
I sintomi associati al dolore ai reni possono variare di molto da soggetto a soggetto, pertanto la sensazione algica può irradiarsi al fianco per poi discendere in basso verso la cicatrice ombelicale ed inoltrarsi persino al testicolo nel maschio od alle grandi labbra nella donna.
Avvertire un dolore localizzato nella zona descritta, anche piuttosto intenso, è una condizione abbastanza frequente, il più delle volte non è indice di una patologia di cui temere (come vedremo il dolore ai reni può essere causato da fattori patologici ma anche da molti fattori non patologici), talvolta però questo tipo di dolore rappresenta una spia di allarme per una condizione clinica di forte interesse da parte del medico.
Quando si rende necessario il consulto medico?
Se il dolore ai reni è passeggero, tollerabile, di lieve entità e non si manifestano altri sintomi correlati non è il caso di allarmarsi e ci si può rivolgere al proprio medico di base per farsi prescrivere eventuali accertamenti.
Quando, invece, il dolore è molto acuto, si irradia ad una porzione estesa dell’addome, è persistente e si associa ad altri sintomi quali nausea, febbre, diarrea, presenza di sangue nelle urine o disturbi nella minzione, allora si rende necessario un intervento tempestivo da parte di un medico specialista o del pronto soccorso.
Tuttavia, il dolore ai reni non si manifesta sempre nello stesso modo ma esistono diverse tipologie classificabili per esordio e per caratteristica che analizzeremo nella sezione successiva.
Quali tipologie di dolore esistono?
Bisogna distinguere quello che è un dolore che riguarda per davvero il rene e quelli che invece riguardano le altre strutture dell’apparato urinario, quindi la pelvi renale, gli ureteri, la vescica e l’uretra che danno un dolore di tipo riflesso.
Si parla di dolore renale vero e proprio quando viene identificato con il segno di Giordano. Questa manovra viene eseguita battendo un lieve colpo con il margine esterno della mano sulla regione lombare del paziente.
Se il paziente non solo prova dolore, ma effettua uno scatto involontario a causa della forte sensazione dolorosa, il segno di Giordano è positivo ed indica la presenza di una patologia a carico dei reni.
Si parla di colica reno-ureterale (o colica renale) quando il soggetto avverte un dolore lancinante, paragonabile a quello del parto, anche senza stimolazioni manuali. In questi casi, la causa è da imputare alla presenza di un calcolo.
I calcoli renali vanno a depositarsi in sedi anatomicamente ristrette (ureteri) che ne rendono difficoltoso il transito attraverso le vie urinarie, portando ad edema, contrazioni muscolari e conseguente dolore intenso.
Vi sono, poi, i dolori che si avvertono nell’atto della minzione ma che riguardano processi infiammatori o infettivi prevalentemente a carico della vescica e dell’uretra come infezioni batteriche ed infiammazioni locali.
Quali sono le cause di dolore ai reni?
Vedremo di seguito le principali condizioni patologiche e non patologiche che determinano dolore ai reni distinguendole in due raggruppamenti differenti.
Cause patologiche
Tra le cause patologiche più diffuse ritroviamo la colica renale e la nefrite o glomerulonefrite. Si tratta di situazioni degne di nota e da sottoporre quanto prima all’attenzione del medico sia per placare l’intenso dolore che comportano sia per evitare danneggiamenti alla struttura del rene.
La colica renale è una delle cause più comuni di comparsa di dolore ai reni. Si tratta di un dolore estremamente intenso al punto da essere paragonato a quello del parto. È molto frequente anche che la sua presenza richieda un intervento in urgenza, sia per la ridurre la sintomatologia algica, talvolta anche mediante il collocamento di piccoli cateteri che fanno da ponte tra il bacinetto renale e la vescica, che per liberare le vie urinarie dall’ostruzione.
Le coliche renali, inoltre, vengono facilmente confuse con il mal di schiena in quanto il dolore causato dall’ostruzione o dal restringimento delle vie urinarie si può irradiare in tutta la fascia alta della schiena.
I calcoli renali sono piccole formazioni cristallizzate che vanno a sedimentarsi principalmente nei punti più ristretti delle vie urinarie (tipicamente a livello degli ureteri o delle giunzioni tra rene ed ureteri o tra ureteri e vescica). La presenza del calcolo comporta un blocco dell’urina in transito, porta ad un aumento di pressione endorenale, alla dilatazione della via urinaria ed infine alla sua rottura, condizione che può seriamente compromettere la funzionalità dell’apparato urinario. Se si ha lesione della via e fuoriuscita di urina in sede addominale, tipicamente attorno al rene, questa può essere vista mediante ecografia addominale.
L’altra condizione patologica, anch’essa di estrema gravità, è la nefrite o glomerulonefrite. Si tratta di uno stato infiammatorio a carico del rene causato prevalentemente da un’infezione batterica (che prende il nome di pielonefrite) oppure da una patologia autoimmune che colpisce la struttura funzionale del rene detta glomerulo renale. Questa struttura è importantissima perché è direttamente coinvolta nel processo di produzione di urina. L’infiammazione porta ad uno stato di flogosi ed edema causando una forte sensazione di dolore ai reni al paziente.
Cause non patologiche
Tra le cause non patologiche abbiamo:
- Gravidanza: durante la gravidanza, specie nel periodo che intercorre tra il 4° ed il 6° mese, il rene della gestante è sottoposto ad un carico di lavoro maggiore rispetto al solito, questo perché deve filtrare un volume di sangue superiore. Questo sovraccarico comporta dolore ed anche una maggiore produzione di urina;
- Traumi: se visualizziamo la sede del fianco e quella lombare è facile rendersi conto della sua delicatezza e della sua esposizione a piccoli e grandi traumi. Un lieve trauma non dovrà destare particolare attenzione anche se il dolore può essere intenso, mentre nel caso di un trauma di più intensa attività sarà necessario sottoporsi a tutti gli accertamenti necessari per verificare l’instaurarsi di tutti possibili danni associati;
- Ciclo mestruale: è davvero molto comune sia nel periodo dell’ovulazione che soprattutto nel periodo delle mestruazioni, avvertire una spiacevole sensazione di tensione, pesantezza e dolore alle ovaie. In questi casi, non vi è nulla di cui preoccuparsi, perché la somministrazione di antinfiammatori-antidolorifici a base di ibuprofene, attenuano il dolore con efficacia. In alternativa, è preferibile utilizzare fonti di calore (borsa dell’acqua calda) quando il dolore è sporadico e sopportabile. Si invita comunque a parlare del disturbo con il proprio medico curante per cercare di trovare una soluzione efficace se il problema si presenta con una certa frequenza;
- Alimentazione: una dieta ricca di proteine (prodotti carnei in particolar modo) creano una condizione di sovraccarico renale, perché questi organi dovranno fare un maggior sforzo per filtrare il sangue per produrre le urine. Inoltre una dieta ricca di proteine favorisce la formazione dei calcoli renali.
Come si effettua la diagnosi?
Qualora la sintomatologia sia tale da rivolgersi con tempestività ad una visita, la diagnosi deve essere effettuata a seconda dei casi da un medico specialista in nefrologia o da un medico operante nel pronto soccorso. In genere la visita prevede i tre step: anamnesi, esame obiettivo, esami strumentali ed analisi di laboratorio.
In fase di anamnesi vengono raccolte tutte le informazioni utili sullo stato del paziente, sulla manifestazione del dolore ai reni, sulla sua intensità, quando è insorto, la sua localizzazione e se al dolore si associano altri sintomi quali febbre, nausea, disturbi della minzione e presenza di sangue nelle urine.
Come detto il dolore riferito gioca un ruolo chiave per indirizzare il medico verso un sospetto diagnostico specifico. Inoltre, è molto utile la raccolta di informazioni inerenti lo stato di salute del paziente, se soffre di particolari patologie, se assume farmaci e se nella sua famiglia vi sono soggetti colpiti da malattie specifiche.
Si procede, quindi, con l’esame obiettivo che prevede la palpazione del soggetto a livello del fianco e dell’addome, mediante opportune manovre che rivelano i punti di maggior dolorabilità o la presenza di gonfiori e segni cutanei. Questo per escludere altri tipi di disturbi quale un semplice mal di schiena.
Infine, sulla base di tutti i segni raccolti il medico richiederà opportuni esami per confermare o smentire i sospetti diagnostici, quali esami delle urine, esami del sangue ed ecografia regionale.
Quali sono le terapie più efficaci?
In caso di colica renale bisogna in primo luogo attenuare l’intensa sensazione dolorosa avvertita dal paziente con antidolorifici, a cui si associano antinfiammatori ed una terapia che facilita l’espulsione del calcolo a base di farmaci alfa bloccanti. Questi consentono alla muscolatura liscia di rilassarsi, favorendo il transito del calcolo. Inoltre, si somministrano farmaci cortisonici per attenuare l’edema e l’infiammazione a livello della mucosa degli ureteri qualora se ne ravvedesse la necessità.
Nel caso, invece, di patologie a carico renale bisogna affidarsi alle strategie terapeutiche indicate dal medico dopo aver effettuato tutte le analisi necessarie ad individuare il problema.
Si ricorda che i reni sono organi molto delicati che meritano tutta la cura e l’attenzione necessaria per svolgere il loro lavoro con efficacia. Si diffida in ogni modo dal sottovalutare il problema e con forza si consiglia di rivolgersi ad un medico per una visita approfondita.
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