Dolore al fegato: Cause, Rimedi e Terapie

Il dolore al fegato, detto anche meno comunemente epatalgia, è una condizione non poi così rara soprattutto nel mondo occidentale, a causa di cattive abitudini legate per lo più all’alimentazione ed all’abuso di alcool.

Prima però di addentrarci nel discorso relativo ai sintomi percepiti in caso di patologie a carico del fegato, alle cause, ai rimedi ed alle strategie terapeutiche oggi in uso, risulta a mio avviso riassumere brevemente le caratteristiche di questo dolore e la sede anatomica interessata e quindi dove si trova il fegato e quali sono le funzioni principali che svolge.

Dove si trova il fegato?

Il fegato è un organo situato nella porzione superiore destra e centrale della cavità addominale, al di sotto delle ultime coste, che occupa due regioni chiamate ipocondrio destro ed epigastrio. Il fegato, poi, per mezzo del muscolo diaframma, è in rapporto con la membrana (pleura) che riveste il polmone destro, situato superiormente nel torace.

Il fegato è una ghiandola annessa al tubo digerente che svolge molteplici e fondamentali funzioni. Vediamone alcune di seguito:

  • Il fegato svolge il compito di degradare l’emoglobina, i farmaci, alcuni ormoni e le sostanze tossiche circolanti nel sangue, partecipando al processo di disintossicazione dell’organismo;
  • Interviene nel metabolismo delle proteine, dei carboidrati e dei lipidi;
  • produce importanti proteine e sostanze quali i fattori della coagulazione del sangue;
  • svolge la funzione di deposito per il ferro, la vitamina B12 (cobalamina) ed il glicogeno.

Vista una panoramica delle importanti funzioni svolte dal fegato, è più facile ora intuire come una qualsiasi patologia, malfunzionamento o stato di alterazione del fegato, implichino forti ripercussioni su tutto l’organismo.

Ecco perché in caso di dolore al fegato, soprattutto se costante, frequente, o molto acuto, è necessario rivolgersi prontamente al consulto di un medico, senza commettere l’errore di attendere che i sintomi si risolvano da soli.

Quali sono i sintomi più comuni in caso di dolore al fegato? 

Procediamo a questo punto andando ad approfondire il discorso relativo ai sintomi e alle manifestazioni che accompagnano il dolore al fegato.

Quello che viene identificato come dolore al fegato, spesso si riferisce ad una sensazione di tensione, compressione e di dolore al fianco destro, per lo più localizzato al di sotto delle coste. Per approfondire questo tipo di dolore ti invito a leggere la nostra guida dettagliata qui.

Si tratta spesso di un dolore non specifico, ossia non identificabile in un punto preciso, ma riferito piuttosto ad una zona più o meno estesa dell’addome. Il dolore molto spesso è definito come pulsante, acuto, violento e lancinante, al punto da rendere difficoltoso respirare e con ciò creare una forte condizione di ansia e di angoscia in chi ne soffre, con il risultato di amplificarne ulteriormente i sintomi. Lo stato di ansia in genere determina la comparsa di una forte sudorazione e aumento della frequenza cardiaca (tachicardia).

Il dolore all’addome destro talvolta può irradiarsi anche a livello della spalla destra, dei reni (quindi a livello della schiena), e in maniera diffusa all’addome.

Cosa fare in caso di dolore al fegato?

Il dolore percepito a livello del fianco destro non è necessariamente riferibile ad una patologia del fegato. Infatti, le cause alla base di questo disturbo potrebbero essere molteplici e, fortunatamente nella maggior parte dei casi, sono di lieve entità. Tuttavia un dolore acuto o costante nelle sedi anatomiche in prossimità del fegato, potrebbe costituire un segnale di interesse medico che non deve essere sottovalutato.

Ecco perché qualora i sintomi siano forti, si presentano di frequente o in maniera persistente, è necessario rivolgersi al proprio medico di base per sottoporgli il problema, lasciando valutare a lui l’occorrenza o meno di sottoporsi ad indagini diagnostiche specifiche per comprendere lo stato di salute del fegato o degli organi ad esso annessi.

Tutto questo senza perdere tempo o tentare di effettuare delle autodiagnosi sulla base di articoli letti sul web, o sulla base di consigli forniti su qualche forum o da qualsiasi persona che non sia un medico. La precocità di intervento infatti risulta fondamentale in quanto spesso il dolore al fegato insorge quando un qualsiasi processo patologico o infettivo a suo carico si trova in una fase piuttosto avanzata.

Esistono poi condizioni in cui si rende necessario rivolgersi al consulto medico con immediatezza o comunque con la massima celerità. Vediamone qui di seguito alcune:

  • febbre, nausea e vomito;
  • sensazione di bocca amara;
  • urine scure o feci con sangue o di colore nero;
  • dolore molto acuto e sensibilità cutanea a livello dell’addome;
  • perdita di peso e mancanza di appetito;
  • fatica cronica;
  • ingiallimento della cute, prurito e presenza di gonfiori a livello di addome, gambe e caviglie.

La concomitanza di questi segni e sintomi potrebbe indicare la presenza di stati patologici del fegato, e quindi infiammazione o malfunzionamento. È quindi importante arrivare ad una diagnosi in tempi precoci al fine di impostare una adeguata terapia.

Quali sono le cause più frequenti di dolore al fegato?

Le patologie legate al fegato possono avere una molteplice natura e prima di evidenziare le principali cause all’origine del dolore, è necessario fare cenno ai fattori di rischio per lo sviluppo di una malattia epatica:

  • abuso di alcool;
  • esposizione a sostanze chimiche o a tossine;
  • rapporti sessuali non protetti;
  • scambio di siringhe;
  • diabete;
  • obesità ed alimentazione ricca di grassi e di cibi spazzatura.

Tra questi fattori giocano un ruolo fondamentale le cattive abitudini legate all’alimentazione e all’abuso di alcool che sono alla base dello sviluppo della maggior parte delle patologie del fegato.

Vediamo quindi più nel dettaglio alcune delle circostanze in cui si manifesta il dolore al fegato.

Epatite

Termine che identifica uno stato di infiammazione per lo più causata dall’omonimo virus, ma vi sono anche altre cause tra cui l’abuso di alcool. Si identificano differenti tipologie di epatite, quella di tipo A, di tipo B, C, D ed E.

  • L’epatite A si trova nelle feci delle persone infette dal virus, ed è trasmessa attraverso il consumo d’acqua o di alimenti contaminati;
  • L’epatite di tipo B e di tipo C è trasmessa attraverso lo scambio di fluidi corporei, come il sangue e lo sperma, mediante lo scambio di siringhe o per mezzo di rapporti sessuali non protetti. Questi due tipi di epatite portano ad un’infiammazione cronica e all’insorgenza di cirrosi, insufficienza epatica ed al cancro del fegato;
  • L’epatite di tipo D, è un’infezione secondaria, ossia si instaura in chi è già affetto da epatite di tipo B ed ha il sistema immunitario compromesso;
  • l’epatite E, infine, viene trasmessa attraverso il consumo di alimenti ed acqua contaminati dal virus.

Cirrosi Epatica

Si tratta di un’infiammazione cronica, spesso risultante da un’epatite di tipo B o C, o dell’abuso di alcool che comporta un processo di formazione di tessuto cicatriziale che va a sostituire man mano il tessuto sano del fegato. Il fegato va incontro ad un danneggiamento cronico e costante che gli impedisce di compiere le sue numerose funzioni, creando una progressiva situazione di insufficienza epatica.

Colangite

Si tratta di un’infiammazione del dotto biliare (condotto che drena la bile dal fegato e dalla cistifellea verso l’intestino tenue), causata da in genere da un’infezione batterica. Lo stato di infiammazione determina un aumento della pressione all’interno del dotto come esito di un’ostruzione del sistema di drenaggio.

Diagnosi, Prevenzione e Terapie

Come primo elemento è sempre importante ricordare che una questione così importante come la propria salute, o quella delle persone a noi care, deve essere affidata esclusivamente alla valutazione di un medico. Meglio lasciar perdere atteggiamenti pericolosi quali tentare di effettuare un’autodiagnosi basata su convinzioni personali o affidandosi a quanto letto su internet.

Per quanto riguarda la diagnosi, viene in genere effettuata durante il corso di una visita gastroenterologica, visita in cui, dopo un’accurata ispezione dell’addome del paziente, il medico può ritenere necessario prescrivere esami diagnostici più specifici quali analisi complete del sangue, risonanza magnetica, TAC ed un’ecografia, mentre più raramente viene prescritta una biopsia epatica, ossia un prelievo di tessuto epatico per valutarne lo stato di salute e la funzionalità.

Qualora le condizioni del fegato siano lievemente compromesse si può consigliare al paziente l’adozione di alcuni semplici rimedi che consistono nell’effettuare cambiamenti delle proprie abitudini. Questi cambiamenti prevedono la riduzione o la sospensione totale del consumo di alcool, sottoporsi al vaccino per l’epatite, avere rapporti sessuali protetti, utilizzare i farmaci responsabilmente per evitare complicazioni da sostanze tossiche ed avere cura della propria alimentazione.

Qualora questi rimedi siano ormai insufficienti, perché la condizione del fegato è più seria o avanzata, le terapie necessarie si categorizzano in base alla patologia che devono andare contrastare, prevedendo quindi l’adozione di terapie farmacologiche (come i farmaci antivirali usati per trattare le epatiti) e talvolta la necessità di un intervento chirurgico.

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