L’improvvisa comparsa di dolore alle tempie, destra e sinistra, di solito avvertito come fitte lancinanti che ci impediscono di concentrarci e quindi di proseguire l’attività che stiamo svolgendo, sia essa lavorativa o ludica o di altra natura, rappresenta una delle forme più fastidiose di mal di testa.
Il dolore alla tempia può essere pulsante oppure manifestarsi con fitte alla testa che hanno una cadenza fissa durante l’arco della giornata rendendo difficile lo svolgimento delle normali attività quotidiane.
Se il dolore alle tempie si manifesta con delle fitte, ti consiglio di leggere l’articolo specifico che riguarda questo sintomo cliccando qui.
Le cause che possono portare a questo problema sono diverse, così come possono essere diverse quelle che sono le conseguenze. Meglio analizzarle, anche al fine di capire quando sia il caso di preoccuparsi e quando invece no.
In questo articolo parliamo di:
Dolore alla Tempia Destra e Sinistra: le cause
Tra le possibili cause del dolore alla tempia o ad entrambe possono nascondersi diverse condizioni. Alcune patologiche, altre invece di carattere temporaneo e non degne dell’attenzione del nostro medico.
Aneurisma
L’aneurisma cerebrale consiste in una dilatazione di almeno il 50% e la sua conseguenza più grave è quella che può rompersi originando un’emorragia cerebrale. Si tratta di una patologia pressoché rara nell’infanzia ma abbastanza diffusa nella popolazione adulta.
Esistono forme assolutamente asintomatiche e prive di conseguenze per la salute mentre altre sono molto pericolose perché possono causare emorragia subaracnoidea da rottura dell’aneurisma.
I sintomi che spesso si associano a questa manifestazione sono:
- forte mal di testa con insorgenza improvvisa ed inspiegabile;
- vertigini;
- nausea e vomito;
- alterazioni della vista con dolore che si irradia all’occhio;
- convulsioni;
- confusione e perdita di coscienza;
- intolleranza alla luce solare.
Arterite temporale
Si tratta di un’infiammazione dell’arteria temporale. Il dolore compare su un lato della testa ed è accompagnato da una maggiore sensibilità della pelle che ricopre la zona, da dolori ad entrambe le mandibole quando si mastica, da dolore e/o rigidità al collo, alle spalle e lungo i fianchi.
Per accertare la presenza di questa patologia si ricorre in genere ad biopsia. Dopodiché il paziente viene sottoposto ad una terapia a base di steroidi per scongiurare l’eventualità della perdita della vista.
Si tratta del problema sicuramente più grave tra quelli che possono essere associati al dolore alle tempie, anche se di gran lunga è anche il più raro.
Per intenderci non sarà sicuramente il caso di preoccuparsi eccessivamente nel caso al dolore alle tempie non si associno i sintomi tipici di questa patologia, come ad esempio dolore al cuoio capelluto e alla mandibola.
La cefalea a grappolo
La cefalea a grappolo è un tipo di mal di testa per fortuna raro, ma veramente debilitante.
La definizione di tale tipo di mal di testa come “a grappolo” risiede nella sua particolare natura e nella sua caratteristica tendenza a presentarsi tutti i giorni per 8-10 settimane consecutive per poi scomparire per un anno.
La terapia più efficace contro la cefalea a grappolo sembra essere l’ossigenoterapia, cioè l’erogazione di ossigeno quando sussiste l’attacco. Si tratta però di tecniche ancora relativamente sperimentali che non sono ancora riuscite a fornire basi cliniche sufficienti per considerarle come rimedio sempre efficace per tutti i casi di cefalea a grappolo.
La cefalea tensiva
Interessa entrambe le tempie sia destra che sinistra ed è uno dei tipi di mal di testa più diffusi tra la popolazione. In genere, a differenza di quanto accade in altre forme di mal di testa, non sussistono contemporaneamente altri sintomi come la nausea, un peggioramento del dolore quando ci si muove e il fastidio alla luce.
Per far scomparire le fitte nel giro di qualche minuto, di solito è sufficiente prendere un semplice analgesico da banco.
Vorremmo però ricordare che anche gli analgesici da banco dovrebbero essere assunti con il massimo delle precauzioni, nonostante si tratta di farmaci che non sempre richiedono il ricorso alla ricetta medica.
L’emicrania
È una delle forme più diffuse di mal di testa, con una maggiore incidenza nel sesso femminile rispetto a quello maschile (secondo le stime ne soffre il 15% delle donne e il 6% degli uomini).
Spesso l’emicrania si associa ad un’aura che la precede e che si manifesta con pseudo-allucinazioni sensoriali, che possono portare a percepire aloni di luce intorno alle cose o suoni o ancora odori particolari.
I sintomi dell’emicrania possono aggravarsi con il concomitante consumo di determinati cibi e bevande come, solo per fare qualche esempio, il vino rosso, la carne rossa e alcuni formaggi stagionati, ma anche quando arrivano le mestruazioni o si è sotto stress sia emotivo che fisico.
Il medico può prescrivere al paziente farmaci da assumere prima (a scopo preventivo) o durante gli attacchi per ridurne la portata.
La nevralgia del trigemino
Anche la nevralgia del trigemino, quella cioè che colpisce questo nervo che è il più grande della testa, può scatenare dolore alle tempie sia destra che sinistra.
Alla base di questo disturbo c’è un vaso sanguigno che spinge sul nervo stesso, reso più fragile dal naturale processo di invecchiamento dell’organismo oppure da malattie vere e proprie, come la sclerosi.
Dolore alla tempia destra e sinistra: altre possibili cause
Quelle sopra descritte sono le più comuni cause di dolore alle tempie, sia destra che sinistra, ma non sono le sole.
Il mal di testa è sicuramente una delle patologie più diffuse, ma si presenta in tali e tante forme e contempla talmente tante cause che, per curarlo e guarire, è indispensabile capire quale sia quella giusta.
A volte il mal di testa scaturisce semplicemente da contingenze momentanee, come una giornata di super lavoro, stanchezza, stress, stravizi a tavola o qualche sigaretta di troppo e in questi casi, in genere, per farlo passare possono bastare una sana dormita e correggere le abitudini sbagliate, ma non sempre la questione è così facile.
Oltre alle cause sopra menzionate dunque, se ne possono aggiungere altre alle quali spesso non si dà l’attenzione che meriterebbero, ovvero la postura sbagliata, una cattiva digestione e, per fortuna molto raramente, malattie più rare e gravi che difficilmente però si presentano con le fitte alla tempia o la tempia che pulsa come unico sintomo.
Le fitte alla testa e alle tempie possono dipendere anche da patologie a carico del collo, in genere la cervicale, ma anche infiammazioni ai dischi che a loro volta, in base a dove sono posizionati, comportano fitte ad un solo lato, o destro o sinistro, e alle tempie. Muovere il collo, in questi casi, peggiora sensibilmente la sintomatologia.
Cosa fare nel caso di dolore alle tempie?
Qualche mal di testa sporadico di intensità più o meno moderata o elevata capita a tutti e non deve destare preoccupazione, ma se dovesse diventare ricorrente, particolarmente forte o addirittura invalidante, sarà bene rivolgersi ad un medico, che attraverso un’attenta anamnesi e un’accurata descrizione dei sintomi, cercherà di risalire alla causa del problema e quindi di approntare un’adeguata terapia.
Nei casi meno gravi potrebbe essere sufficiente apportare modifiche a determinati comportamenti, come quello di assumere posture scorrette (ad esempio quando si è seduti alla scrivania davanti al PC) o mangiare in maniera inadeguata, sia in termini di qualità degli alimenti ingeriti (alcuni cibi sono “a rischio”, ovvero possono, in persone predisposte, scatenare mal di testa) che di quantità (le “abbuffate”, specie se frequenti, possono rallentare la digestione e favorire l’insorgere di cefalea).
Quando il dolore alle tempie deriva da un evidente stato ansioso, da stress fisico e/o emotivo o da stanchezza dovuta, per esempio, ad orari di lavoro faticosi e a ritmi di vita evidentemente troppo frenetici, per farlo passare potrebbe bastare un po’ di riposo, una sana dormita o ritagliarsi un momento di relax tutto per sé.
Per quanto riguarda, invece, le terapie farmacologiche sarà sempre necessario ricorrere al consulto medico, soprattutto nel caso in cui gli episodi fossero ricorrenti e dunque quando in realtà il fenomeno sia di portata tale da non consentire di procedere con dei semplici analgesici.
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