Inappetenza: quali sono le cause e come intervenire

Non avere voglia di mangiare, è una situazione che può capitare. Tuttavia, è bene fare attenzione se questa condizione persiste perché può essere collegata a diversi fattori anche più seri. Possono provare inappetenza alcune patologie, ma anche farmaci e anche condizioni psicologiche.

Vediamo, quindi, quali possono essere le cause dell’inappetenza e in che modo è possibile intervenire.

Inappetenza causata da patologie. Ecco quali sono

Lo scarso appetito può essere causato da diversi motivi che si possono ricondurre a due grandi categorie: problemi di tipo fisico o di tipo psicologico.
Spesso l’inappetenza è dovuta a cause patologiche come:

  1. Disturbi a livello dell’apparato gastrointestinale
    Gastrite, dispepsia (cattiva digestione), reflusso gastroesofageo fino alla gastroenterite, sono solo alcuni esempi di patologie che possono causare scarso appetito. Il bruciore di stomaco, i rigurgiti acidi, il dolore al centro petto e la nausea, sono sintomi che possono portare a rifiutare il cibo.
  2. Gravidanza
    Le donne incinte possono sperimentare nausea e vomito mattutino in particolare nel primo trimestre di gravidanza. Il malessere può continuare per tutto il giorno riducendo l’appetito e il desiderio di mangiare. Ma ci sono anche casi in cui la nausea e il vomito sono presenti per tutta la gravidanza. Questa condizione è chiamata ipermesi gravidica e causa disidratazione e perdita di peso impattando non solo sulla salute della madre ma anche su quella del feto.
  3. Anoressia nervosa
    Questo è il termine medico che non descrive solo una perdita di appetito, ma un disturbo alimentare. Chi ha questo disturbo, limita intenzionalmente il cibo che mangia per perdere peso. Può portare a essere sottopeso, a malnutrizione e complicazioni potenzialmente letali.
  4. Infezioni
    Il sistema immunitario utilizza più nutrienti per combattere l’infezione ma, a causa cambiamenti metabolici, possono esserci sintomi come la perdita di appetito e la nausea.
  5. Anemia
    Tra i sintomi dell’anemia, cioè un calo di emoglobina e globuli rossi, o scarso assorbimento di ferro, oltre a pallore e stanchezza si verifica anche inappetenza.
  6. Cancro
    Molte forme di cancro sono associate a una perdita di peso, a causa della produzione di sostanze da parte delle cellule tumorali che portano a un consumo più rapido di grassi e proteine. Oppure a causa del malassorbimento delle sostanze nutritive, o difficoltà di masticazione, deglutizione o percezione dei sapori, se la sede del tumore è in bocca o in gola. Infine, l’inappetenza può essere anche data dalla debolezza e dalle terapie.
  7. Caldo estremo
    Quando in estate c’è molto caldo anche il metabolismo si adatta inducendo a mangiare di meno. Questo può essere più rischioso per le categorie fragili come bambini e anziani. Inoltre, il caldo, oltre a disidratare, può anche dare una sensazione di stanchezza a volte dovuta per un abbassamento di pressione.
  8. Invecchiamento
    Gli anziani tendono ad avvertire prima il senso di sazietà e hanno meno appetito, quindi mangiano meno. Inoltre, possono essere inappetenti anche perché con l’età diminuisce la capacità di percepire sapori e odori, portandoli ad apprezzare meno il cibo.
  9. Farmaci
    Alcuni medicinali possono ridurre l’appetito. Tra questi ricordiamo: i farmaci anticonvulsivanti, antibiotici, antidepressivi, farmaci per il diabete, antipsicotici, immunomodulatori, farmaci per la pressione sanguigna, spray decongestionanti nasali. Se si verifica una perdita di appetito dopo aver iniziato un nuovo farmaco è bene parlarne con il medico per eventualmente rivedere il piano di trattamento.

Come gestire l’inappetenza dovuta a patologie

Innanzitutto, è bene rivolgersi al proprio medico di base che dopo una prima visita, e in caso già una prima diagnosi, potrebbe suggerire di effettuare esami più approfonditi con la visita dello specialista. È possibile quindi che vengano dati dei farmaci che aiutino a risolvere la patologia sottesa all’inappetenza e anche dei prodotti per gestire meglio la nausea e il vomito.
In ogni caso è bene cercare di ascoltare il proprio corpo, magari segnandosi alimenti e bevande che si consumano e i sintomi che compaiono per dare informazioni il più precise possibili ai professionisti sanitari. Inoltre, se possibile cercare di avere una alimentazione varia, ricca di frutta e verdura, provare a utilizzare spezie per insaporire i cibi e cercare di idratarsi adeguatamente. Evitare in generale alcolici e prodotti contenenti caffeina.

Anche ansia e stress portano a scarso appetito

Ci sono situazioni per le quali l’inappetenza, al contrario, non è dovuta alle patologie esposte sopra, ma che impattano a livello psicologico portando ugualmente a mangiare di meno. Ecco quindi alcuni degli esempi più frequenti.

In alcuni casi chi soffre di ansia può arrivare a sentirsi talmente sopraffatto dai pensieri e dalle preoccupazioni da mancare di appetito. Anche la depressione può far perdere interesse per tutto, cibo compreso. Chi soffre di disturbo depressivo maggiore può non avere nemmeno le energie per prepararsi i pasti, con conseguente inappetenza oltre che debolezza e poi perdita di peso.
Le persone che soffrono lo stress, possono sperimentare la mancanza di appetito. La risposta del nostro corpo allo stress, però, è variabile e in altri casi ci sono individui che tendono ad abbuffarsi o a mangiare più del solito se stressate.

Ci possono essere anche altre sintomi collegati allo stress, come la sensazione di nausea o di “nodo allo stomaco”.
Infine in caso di dipendenza a sostanze, che siano droghe (come cocaina, ecstasy e anfetamine) o alcol, si può verificare anche una mancanza di appetito.

Inappetenza per cause psicologiche, ecco i consigli per affrontarla

Affrontare l’inappetenza, innanzitutto, parte da una corretta diagnosi. Però si possono mettere in atto alcune strategie per affrontare la mancanza di appetito.

Vediamo 5 consigli:

  1. Migliorare la qualità del sonno
    Il riposo e la sua qualità sono parti fondamentali per il nostro benessere. Il riposo aiuta a recuperare le energie, permette di sedimentare gli eventi e influenza il nostro appetito. Pertanto, se c’è il dubbio che l’inappetenza sia legata a un disturbo psicologico, è importante considerare anche le proprie abitudini legate al riposo. Come, ad esempio, l’orario a cui si va a letto, il numero di ore mediamente dormite, l’utilizzo o meno di schermi prima di coricarsi, se si fa attività fisica impegnativa ecc..
  2. Scegliere una dieta equilibrata
    Cercare di seguire una alimentazione corretta, limitando i cibi grassi o quelli con un alto contenuto di zuccheri è un primo passo. Questi alimenti, infatti, possono dare la sensazione di aver mangiato troppo poco. Quindi, se l’appetito è scarso, è meglio provare a fare piccoli pasti, introducendo più frutta e verdura.
  3. Ricordarsi di attuare self-care
    Dedicare più tempo a sé stessi aiuta a gestire meglio l’ansia, lo stress o i sentimenti negativi che possono influenzare la perdita di appetito.
  4. Fare esercizio fisico con regolarità
    Fare sport oltre ad aiutare a “scaricare” i pensieri e le sensazioni negative, stimola l’appetito.
  5. Chiedere aiuto ai professionisti
    Rivolgersi a uno psicologo se si ritiene di non riuscire ad affrontare una situazione, oppure un dietologo per migliorare la propria alimentazione.

Fonti:

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