Avere gli occhi che lacrimano è una sensazione molto comune, specie nel periodo invernale a causa del freddo o per colpa di un raffreddore o ancora quando abbiamo subito un piccolo trauma irritativo come un fastidioso granello di polvere o sabbia finito sulla superficie dell’occhio.
La lacrimazione degli occhi (condizione detta con termini scientifici epifora) è un sintomo fastidioso e spiacevole, ma nella maggior parte dei casi si tratta di un episodio limitato che tende a sparire entro pochi minuti o poche ore a seconda della causa scatenante.
Analogamente anche la situazione inversa, ossia quando si hanno gli occhi secchi, nella maggior parte dei casi è da ricondursi a condizioni transitorie dovute al clima, al vento o all’utilizzo di lenti a contatto.
Ciò non toglie che possano anche sussistere dei quadri patologici dietro l’alterazione lacrimale e, come vedremo in seguito, alcuni di essi possono essere di grave entità ma in questi casi la sintomatologia va ben oltre alla presenza di qualche lacrima in più o di un semplice occhio secco.
In questo articolo parliamo di:
Cosa sono le lacrime?
Le lacrime sono il prodotto secreto dalle ghiandole lacrimali con lo scopo di proteggere, idratare, pulire e nutrire la superficie dell’occhio. Sono costituite prevalentemente da acqua a cui si aggiungono elettroliti, aminoacidi, proteine e lipidi.
Come funziona l’apparato lacrimale? L’apparato lacrimale è quell’insieme di organi deputati alla produzione e alla secrezione delle lacrime.
La produzione è operata dalle ghiandole lacrimali, in cui, per ogni occhio se ne identifica una principale situata nella fossetta lacrimale dell’osso frontale (ossia nell’orbita) e delle ghiandole accessorie. Mentre la lacrimazione è permessa dalle vie lacrimali che conducono il liquido lacrimale nelle coane nasali.
Oltre a queste due fasi si aggiunge quella della distribuzione delle lacrime sulla superficie dell’occhio per azione delle palpebre durante l’ammiccamento (naturale riflesso di sbattere le palpebre con una frequenza di 6-8 aperture-chiusure al minuto).
Quando bisogna rivolgersi ad un medico? Abbiamo visto che nella maggior parte dei casi la lacrimazione eccessiva o la mancanza di lacrimazione sono da mettere in relazione a cause ambientali o a piccoli fenomeni irritativi.
In questi casi basta recarsi in farmacia e principalmente verrà consigliato l’utilizzo di un collirio decongestionante. Se, invece, i disturbi si prolungano e si associano a dolore, gonfiore e rossore, è consigliato sottoporsi ad una visita medica con tempestività.
Per approfondire le caratteristiche delle lacrime artificiali ti consiglio di leggere la nostra guida approfondita in merito. Le lacrime artificiali, infatti, rappresentano un rimedio efficace nei casi di secchezza oculare oppure vengono utilizzate per donare sollievo agli occhi di chi porta le lenti a contatto.
Analizziamo ora le cause più comuni di lacrimazione degli occhi.
Quali sono le cause più comuni di lacrimazione degli occhi?
Nella maggior parte dei casi, come visto in precedenza, un occhio che lacrima o la sensazione di occhio secco sono episodi limitati nel tempo e dovuti a cause passeggere che una volta risolte non lasciano alcuno strascico o ripercussione negativa sulla capacità visiva.
Molto spesso il freddo e il raffreddore causano vasocostrizione e questo non permette il normale deflusso delle lacrime attraverso le vie lacrimali e gli occhi tenderanno ad espellere il film lacrimale attraverso le lacrime.
La sensazione di occhi secchi può essere in relazione all’utilizzo di lenti a contatto, alla presenza di vento, clima secco e ambiente riscaldati, tutte condizioni che facilitano l’evaporazione del film lacrimale che protegge la superficie dell’occhio.
Talvolta a causare la scarsa produzione di lacrime è l’assunzione di determinati farmaci (antistaminici, diuretici, ormoni e immunosoppressori).
I processi patologici a carico dell’apparato lacrimale si dividono in dacrioadenopatie, quando coinvolgono le strutture preposte alla produzione delle lacrime (ghiandola lacrimale principale e accessorie), canaliculopatie e dacriocistopatie quando coinvolgono invece gli organi preposti alla secrezione del liquido lacrimale.
Vediamo di seguito quali fenomeni colpiscono queste strutture:
- Anomalie congenite: in questi casi durante la vita fetale l’individuo non sviluppa una ghiandola lacrimale efficiente, pertanto manifesta assenza di lacrimazione;
- Infiammazioni: si tratta di una delle evenienze più comuni e più variegate di lacrimazione agli occhi. L’infiammazione può presentarsi acuta, cronica, monolaterale, bilaterale e spesso deriva da malattie quali mononucleosi, parotite, congiuntivite, ma anche in seguito a traumi. In genere, la terapia consiste nella somministrazione di antinfiammatori e antibiotici che vanno a contrastare l’agente patogeno coinvolto. La prognosi è positiva e di norma nell’arco di 10-15 giorni la situazione tende a regredire e risolversi. La situazione cambia quando si tratta di un’infiammazione cronica causata da virus o da tubercolosi, in questi casi, infatti, vi è il concreto rischio che l’infiammazione si estenda al nervo ottico causando importanti ripercussioni sulla capacità visiva;
- Tra le altre patologie più comuni si identifica il mucocele, una cisti che può essere sia di origine traumatica che infiammatoria che congenita. Questa formazione va ad ostruire le vie lacrimali per eccessiva compressione;
- Atrofia: riguarda principalmente soggetti anziani in cui per fisiologica riduzione dell’attività delle ghiandole lacrimali si ha una minore produzione di film lacrimale. Esistono anche forme idiopatiche che colpiscono soggetti giovani affetti dalla Sindrome di Sjogren o da altre malattie autoimmuni;
- Traumi: causa abbastanza comune come per le infiammazioni. È frequente che in seguito ad una frattura dell’osso temporale vi sia una compressione della ghiandola lacrimale, se non la sua lacerazione, portando l’organo ad una ridotta attività;
- Tumori: la crescita di una massa tumorale può andare a comprimere gli organi contenuti nell’orbita oculare, e tra questi anche la ghiandola lacrimale e le vie lacrimali, inibendo o arrestando le loro attività. ll tumore all’orbita si accompagna spesso un sintomo piuttosto evidente, l’esoftalmo, ossia la spinta del bulbo oculare verso l’esterno dell’orbita. L’occhio appare molto sporgente e in genere porta il paziente a farsi visitare con celerità. Si invita quindi caldamente a non sottovalutare questo tipo si manifestazioni.
Passiamo ora ad approfondire le principali modalità di diagnosi dell’eccessiva lacrimazione agli occhi.
Lacrimazione occhi: la diagnosi
In caso di disturbi della lacrimazione la visita medica va ad indagare su tutti quegli aspetti che possono essere all’origine del fenomeno, e questo mediante un’approfondita anamnesi, un esame obiettivo ed eventuali esami più specifici in relazione a dei sospetti diagnostici in base alle informazioni raccolte.
In fase di anamnesi e di esame obiettivo, il medico si accerta delle manifestazioni che hanno condotto il paziente ad una visita e dei sintomi che accompagnano i disturbi della lacrimazione.
Risulta importante valutare la presenza di pruriti, arrossamenti, disturbi della vista insorti improvvisamente, dolore, secrezioni, gonfiore e fotofobia.
Si procede poi con la somministrazione di test utili al fine di valutare la funzionalità degli organi deputati alla secrezione ed all’escrezione lacrimale, vediamone alcuni tra i più utilizzati.
Test di Schirmer: si tratta di un test lacrimale non invasivo e non doloroso di tipo quantitativo che si divide in due tempi:
- Test di Schirmer 1: viene eseguito prima di ogni altra indagine e manovra sul bulbo oculare per ridurre al minimo la lacrimazione riflessa. Il test si effettua applicando un pezzo di carta assorbente e millimetrata direttamente a contatto con l’estremità laterale della palpebra inferiore. Dopo 5 minuti dall’applicazione della carta assorbente si va a misurare la parte bagnata dal filtro lacrimale. Se la parte inumidita è pari o superiore ai 10 mm (quindi 1 cm), la lacrimazione del paziente rientra nei parametri di normalità, se invece la parte inumidita è inferiore ai 10 mm si ha una situazione di iposecrezione, quindi il soggetto produce meno film lacrimale della norma e in questi casi si procede effettuando il Test di Schirmer di tipo 2;
- Test di Schirmer 2: il test è del tutto similare al precedente, ma questa volta si va a stimolare il meccanismo riflesso della lacrimazione introducendo un pezzo di cotone, o un tampone all’interno della narice e muovendolo a contatto con la mucosa del naso per 1 o 2 minuti. Se anche dopo aver effettuato questa stimolazione la lacrimazione è ancora assente questo indica un’inattività della ghiandola lacrimale.
Test di colorazione: questa metodica va a valutare la funzionalità delle vie lacrimali e per fare ciò si utilizza un colorante instillato nell’occhio. Come abbiamo visto in precedenza il film lacrimale viene drenato nel meato nasale, pertanto inserendo un tampone nella narice si osserva se il colorante è passato correttamente attraverso le vie lacrimali. Se il tampone si colora le vie sono libere, se invece il tampone rimane bianco indica un blocco o un’ostruzione delle vie nasali. In questo caso si po’ procedere al lavaggio con un ago cannula utilizzando una soluzione fisiologica.
Lo stesso esame può essere svolto anche con mezzi più tecnologici come le fibre ottiche.
Quali sono le terapie che abbiamo a disposizione?
Quali terapie abbiamo a disposizione?
Data l’estrema delicatezza di tutto ciò che riguarda il contesto oftalmologico, e quindi tutto ciò che riguarda occhio, orbita, apparato lacrimale e vie nervose, si raccomanda la massima tempestività di intervento rivolgendosi al proprio medico curante e nel caso di necessità ad una visita specialistica in oftalmologia.
Si tratta di un insieme di organi e strutture estremamente complessi e delicati ed un errato trattamento può compromettere irreversibilmente la vista, pertanto si diffida con forza dall’intraprendere iniziative basate su articoli trovati su internet.
Chiarito questo punto passiamo ad illustrare le principali strategie terapeutiche adottate come trattamento in caso di patologie a carico dell’apparato lacrimale.
In caso di occhio secco:
- Lacrime artificiali: usate nei pazienti che hanno ridotta funzionalità delle ghiandole lacrimali. In genere vanno applicate più volte durante il corso della giornata secondo le indicazioni mediche fornite, stabilendo una corretta idratazione della superficie oculare ed evitando che si instaurino danni alla cornea (vista la funzione difensiva svolta dal film lacrimale);
- Lenti a contatto particolari che permettono di mantenere la superficie corneale inumidita;
- Talvolta si rende necessario un intervento chirurgico che va ad ostruire parzialmente le vie lacrimali, consentendo un deflusso più lento e quindi alle lacrime di permanere a sufficienza sull’occhio;
- Si suggerisce di mantenere una corretta umidità degli ambienti, utilizzando vaporizzatori e nei mesi invernali tenendo il riscaldamento a temperature più basse del consueto;
- Come strategie comportamentali si suggerisce di bere molti liquidi e di preferire una dieta ricca di frutta e di verdura.
In caso di occhio umido:
La terapia più adatta è da mettere in relazione alla causa della lacrimazione eccessiva degli occhi. Si possono usare colliri decongestionanti, antibiotici se la causa è dovuta a infezioni batteriche, antinfiammatoria o antistaminica se la causa è dovuta ad un’allergia.
Se la lacrimazione agli occhi è dovuta alla presenza di un corpo estraneo si procede alla sua rimozione, e in qualche caso la cura più adeguata è di natura chirurgica. In ogni caso deve essere il medico specialista a consigliare la corretta terapia da seguire.
Condividi su: