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La leucoplachia si presenta come una macchia di colore bianco situata a livello della mucosa orale e rientra in un gruppo di disordini definiti con l’acronimo PMD (Disordini Potenzialmente Maligni).
È quindi un segno a cui dover prestare particolare attenzione poiché costituisce un reale rischio di trasformazione in senso maligno, verso lo stadio di carcinoma orale, la cui forma più comune prende il nome di carcinoma squamocellulare.
Le lesioni del cavo orale potenzialmente maligne più frequenti si differenziano in:
- Leucoplachia, che si caratterizza per la presenza di placche o macchie bianche;
- Eritroplachia, caratterizzata da macchie di colore rosse acceso ed è la lesione a più alto rischio di evoluzione in senso maligno;
- Eritroleucoplachia, che invece si manifesta con la concomitanza sia di macchie bianche che rosse;
- Lichen planus orale, si presenta con strisce di colore bianche di aspetto regolare e principalmente localizzate su guance, lingua e gengive.
In questo tipo di lesioni il colore e la forma giocano un ruolo chiave al fine di definire un sospetto diagnostico e di impostare le adeguate strategie terapeutiche.
Tornando alla leucoplachia, si tratta di una condizione più frequente nei soggetti di sesso maschile al di sopra dei 40 anni di età e se ne riconoscono due tipi:
- leucoplachia omogena, in cui le macchie hanno tutte la stessa pigmentazione biancastra;
- leucoplachia non omogenea, in cui alle macchie bianche si alternano lesioni di colore rosso (situazione caratteristica dell’eritroleucoplachia). Se la lesione ha un aspetto irregolare assume il nome di leucoplachia verrucosa.
Quest’ultima è una forma piuttosto rara ma aggressiva di leucoplachia, caratterizzata da lesioni di colore bianco e dai margini dall’aspetto frastagliato. Si tratta di una lesione ad alto rischio di sviluppo in senso maligno. A differenza della leucoplachia semplice, i soggetti più colpiti sono di sesso femminile tra i 40 e i 50 anni di età e sia il fumo che l’alcool non costituiscono fattori promuoventi in senso maligno.
Passiamo ora ad analizzare quelle che sono le principali cause di leucoplachia.
Quali sono le cause della leucoplachia?
Le principali cause all’origine dell’insorgenza della leucoplachia orale devono imputarsi principalmente a due fattori comuni: il fumo e l’alcool, a cui si aggiungono cause legate a certi tipi di virus e cattivi comportamenti.
Chi fuma ha una probabilità 5 volte superiore di sviluppare un carcinoma orale rispetto alla popolazione media, e questo a causa della combustione del tabacco e delle sostanze in esso mischiate, che vanno a determinare un’irritazione termica della mucosa orale. Chi consuma abitualmente alcool, associato al fumo, invece ha una probabilità circa 30 volte superiore di sviluppare carcinoma orale rispetto alla popolazione media.
I virus potenzialmente complici nello sviluppo della leucoplachia sono il Papilloma virus (HPV), il virus Epstein-Barr (EBV) ed ancora il virus dell’epatite C (HCV). Questi virus per via del loro effetto prendono il nome di virus oncogeni.
Tra le possibili cause del carcinoma orale vanno inserite le cattive abitudini nell’igiene orale, infatti la proliferazione batterica crea le condizioni ideali per stati di infiammazione cronica. Si ritiene che questo crei un presupposto favorevole all’insorgenza del carcinoma squamocellulare.
Si devono tenere in considerazione anche fattori genetici, fattori che di per sé hanno una bassa incidenza nell’insorgenza del tumore, ma che se associati a cattive abitudini nello stile di vita (fumo, alcool, scarsa igiene orale) rappresentano un fattore alto di rischio.
Infine, evento più raro, anche l’esposizione a radiazioni ultraviolette (UVA – UVB) rappresenta un fattore promuovente in particolar modo per l’insorgenza di neoplasie della cute, e quindi al carcinoma squamocellulare del labbro.
Dove è più frequente si sviluppi il carcinoma orale?
Le sedi più comuni di insorgenza si concentrano maggiormente a livello della lingua, del pavimento della bocca (al di sotto della lingua), delle guance, gengive e del palato. Il labbro rappresenta una sede dove il carcinoma insorge con minor frequenza.
Una macchia bianca nella mucosa orale è sempre sinonimo leucoplachia, e quindi di lesione precancerosa?
La leucoplachia è la forma più diffusa di lesione potenzialmente maligna o pre-cancerosa, e come tale va sottoposta all’attenta valutazione medica per determinare se possa evolvere in un carcinoma (tumore) vero e proprio, o se invece si tratta di una lesione dall’aspetto similare ma di natura benigna o se può regredire una volta rimosse le cause che ne hanno determinato la comparsa.
Tra le macchie di colore bianco sulla mucosa orale, benigne o temporanee, si identificano in particolar modo forme causate da traumi della mucosa, nel caso di protesi dentarie non adeguatamente calibrate sulle caratteristiche anatomiche del soggetto, oppure ancora dalle caratteristiche strutturali dei denti, specie in caso di alterazioni che li rendono troppo taglienti, causando lesioni croniche.
Come si effettua la diagnosi di leucoplachia?
Ogni lesione o alterazione presente sulla mucosa orale andrebbe attentamente valutata, poiché possibile fattore di disordine maligno. In genere ogni lesione che non regredisce spontaneamente nell’arco di 15-20 giorni andrebbe sottoposta all’attenta valutazione medica per escludere si tratti di una displasia o di un carcinoma del cavo orale.
L’anamnesi, come visto in precedenza, si basa sull’osservazione delle caratteristiche della lesione (colore, forma, irregolarità dei margini) e se questa causa dolore, fastidio o alterazioni della sensibilità (parestesie).
Un primo test va ad indagare le caratteristiche cellulari della lesione, quindi si applica un colorante direttamente sulla lesione detto blu di toluidina, e questo da un’indicazione primaria al medico se le cellule sono in fase di duplicazione (fattore che fa sospettare per un rischio in senso maligno).
Quando la reazione del colorante è positiva e il sospetto è più forte si effettua una biopsia della lesione, quindi il prelievo di un piccolo campione di tessuti che va sottoposto a test specifici per confermare o meno la malignità della lesione.
Quali sono le terapie che abbiamo a disposizione?
In genere le leucoplachie con margini regolari e ben localizzate possono essere asportate con facilità, ma talvolta, a seconda dei casi si rimanda il paziente a visite di controllo a cadenza regolare per controllare che la situazione non degeneri in senso maligno.
Vengono fornite al paziente indicazioni precise da seguire, quali le corrette modalità per curare la propria igiene orale o se deve sottoporsi ad interventi odontoiatrici per diminuire le cause di lesione cronica a carico della mucosa.
Nel caso in cui invece la lesione si presenta con margini irregolari, bordi frastagliati, colorazioni non omogenee, invece l’opzione terapeutica più adeguata è quella dell’intervento chirurgico.
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