Il mal di testa continuo, o cefalea, è uno dei sintomi più diffusi e comuni, al punto che chiunque nel corso della vita ha avuto modo di sperimentare la sensazione malessere e disagio che causa fino ad impedire anche lo svolgimento delle normali attività quotidiane.
Nei soggetti più fragili e impressionabili non è raro che questo sintomo venga associato a manifestazioni patologiche di grave entità, collegando il mal di testa continuo alla presenza di un tumore o di un’emorragia cerebrale.
Si tratta questa di una paura infondata e smentita dalle statistiche. Infatti, il tumore alle strutture dell’encefalo costituisce circa l’1% di tutti i tumori che colpiscono l’organismo, pertanto si tratta di un’evenienza piuttosto rara e spesso asintomatica. Stesso discorso vale per le emorragie cerebrali.
Tuttavia, il mal di testa continuo che perdura da giorni resta un fenomeno su cui dover indagare sia perché causa un forte disagio e può compromettere la qualità di vita di chi ne è soggetto sia perché può essere un sintomo secondario di una patologia di interesse clinico.
Il mal di testa può manifestarsi in relazione ad una moltitudine di cause che permettono di classificare le cefalee in primarie, quando non vi è una patologia di fondo o sistemica a causarle (sono le più comuni e le meno severe) ed in secondarie conseguenti ad un’alterazione o ad una patologia e quindi di più grave entità.
Se i sintomi persistono da giorni, se il dolore è acuto e continuo, se a questo si associano anche altre manifestazioni quali nausea, vomito e problemi di equilibrio, si consiglia di rivolgersi al consulto medico per capire se è il caso di eseguire esami più approfonditi.
Si invita a non sottovalutare mai la propria condizione e si sconsiglia con forza di fare autodiagnosi basandosi semplicemente sulla lettura di articoli sul web anche se provengono da fonti autorevoli. L’unico modo per inquadrare al meglio il problema di cui soffrite è quello di recarsi dal medico per una visita approfondita, senza temporeggiare.
Voltiamo pagina per capire a fondo quali sono le cause che possono scatenare la comparsa di mal di testa continuo. Per chiarezza suddivideremo le cefalee in primarie e secondarie, in modo da fornirvi un quadro più completo ed esaustivo delle singole problematiche.
In questo articolo parliamo di:
Quali sono le cause del mal di testa continuo?
Veniamo subito al cuore del problema illustrandovi quali sono le forme più conosciute di mal di testa persistente e continuo.
Cefalee Primarie
Emicrania
E’ la forma più conosciuta e la principale causa di mal di testa continuo e persistente. Riguarda circa il 10-12% della popolazione ed ha una prevalenza per il sesso femminile rispetto a quello maschile. Esistono dei fattori scatenanti tra cui le variazioni di livelli ormonali cicliche durante l’età fertile (motivo per cui è più diffusa nelle donne).
In corrispondenza dell’ovulazione e del ciclo mestruale il mal di testa tende ad aumentare, mentre nel corso della menopausa si ha un sostanziale cambiamento di rotta. Nella metà delle donne colpite, l’emicrania tende a migliorare mentre nell’altra metà tende a peggiorare.
L’emicrania ha dei sintomi molto specifici, detti patognomici.
- Fotofobia: è molto frequente, si avverte sensibilità alla luce ed è comune che i soggetti trovino sollievo in condizioni di luce attenuata, se non al buio;
- fonofobia/osmofobia: analogamente a quanto accade per la luce si avverte fastidio in presenza di stimoli sonori e odorosi;
- aura emicranica: è un segno molto caratteristico dell’emicrania che comporta difficoltà visive, quali restringimento del campo visivo e la visione di puntini luminosi.
La crisi di emicrania può durare tra le 4 e le 72 ore. Se si protrae oltre questo lasso di tempo viene definita emicrania protratta, se si estende in un arco di tempo di qualche giorno diviene un’emicrania continua e deve essere trattata farmacologicamente.
Cefalea Tensiva
Può essere unilaterale o bilaterale, ed ancora localizzata o estesa in sede frontale e sulle tempie. I sintomi percepiti sono di bruciore sulla testa che si associa ad una sensazione di vertigine e ad un dolore pulsante con fitte alle tempie che aumenta con l’esercizio fisico.
A questi si associano anche altri sintomi, quali nausea, sudorazione e pallore cutaneo. Si riscontra per lo più in persone ansiose, soggette a stress e che adottano posizioni di contrazione muscolare prolungata.
Cefalea a grappolo
Questo tipo di cefalea causa un dolore molto acuto, al punto di essere definita anche “malattia del suicidio” a causa del dolore lancinante che si protrae per 20-30 minuti e che colpisce a livello oculare, orbitale e retrobulbare.
Durante gli attacchi il soggetto non riesce a svolgere nessuna attività, l’occhio interessato lacrima, è rosso e tipicamente si ha rinorrea (muco che cola dal naso) dalla narice della metà del volto interessato. Difatti la cefalea a grappolo colpisce una delle due metà della faccia, che corrisponde al territorio di innervazione del nervo trigemino infiammato.
Il numero di attacchi subisce delle variazioni cicliche, alternando periodi di relativa quiete a periodi in cui gli episodi aumentano. Questo anche in relazione allo stress, al consumo di alcool e all’attivazione del sistema immunitario.
Cefalea Cervicale
Si manifesta in conseguenza di disturbi della colonna vertebrale. Il dolore è causato dal prolungato stato di tensione dei muscoli del collo e delle spalle.
Cefalea ipnica (o notturna)
Si verifica durante le ore di sonno, questo probabilmente a causa del maggior flusso di sangue in sede cerebrale dato dalla posizione sdraiata.
Cefalee Secondarie
Ricordiamo che questo tipo di cefalee è conseguente a patologie, talvolta anche di grave entità, pertanto necessitano di un trattamento medico specifico.
- Cefalea da trauma cranico;
- Cefalea da patologie vascolari: subentra in caso di emorragie vascolari, ipertensione endocranica, aneurismi e dissecazioni;
- Cefalee associate ad infezioni: si manifestano in caso di meningite o encefalite, associandosi a rigidità nucale, febbre e talvolta anche ad attacchi epilettici;
- Cefalee da neoplasie: come ribadito si tratta di un’evenienza rara e che spesso resta asintomatica a lungo. Qualora si presentino manifestazioni di questo tipo, queste sono dovute alla pressione esercitata dalla massa tumorale sulle strutture del cervello, pertanto, a seconda delle zone compresse il paziente mostrerà segni differenti sia di natura motoria che di natura cognitiva.
Si possono manifestare difficoltà di linguaggio, cambiamenti di umore, sanguinamento dal naso, difficoltà motorie, debolezza muscolare, disturbi dell’udito e della vista, incontinenza urinaria, persistente sensazione di freddo o di caldo, persistenti sensazioni olfattive, allucinazioni e difficoltà di memoria; - Cefalea associata a malattie metaboliche legata a malattie metaboliche, avvelenamenti, monossido di carbonio, sostanze tossiche, disfunzioni epatiche, renali, pancreatiche;
- Cefalea da sinusite: in seguito all’ostruzione dei seni paranasali dovuta a processi infiammatori (raffreddore) ed infettivi;
- Cefalea da nevralgie: la forma clinicamente più importante è la nevralgia del trigemino;
- Cefalea da infiammazione: la più nota è l’arterite di Horton, processo infiammatorio di natura autoimmune che colpisce l’arteria temporale. Questa risulterà particolarmente gonfia ed ingrossata, situazione che di norma spaventa il soggetto ma che consente una rapida diagnosi e quindi una tempestività di intervento.
Come si esegue la diagnosi?
Abbiamo visto che sono ben numerose le cause che portano ad un mal di testa continuo, alcune benigne, altre invece conseguenti a quadri patologici piuttosto seri.
In ogni caso una cefalea continua e persistente è un sintomo che va trattato dal punto di vista medico. Si ribadisce ulteriormente di rivolgersi al proprio medico curante e di farsi indirizzare verso le indagini diagnostiche più opportune.
Su cosa si basa la diagnosi? Quali segni sono utili alla comprensione del disturbo? La diagnosi si orienta molto sul sintomo, quindi sulla sua intensità, la persistenza, quando si scatena dopo quanto si risolve, sulla localizzazione del dolore e sulla sua frequenza.
Risulta, poi, essenziale comprendere quali siano i sintomi che si associano al mal di testa continuo, quindi se il soggetto ha nausea, vomito, sangue dal naso, lacrimazione, rinorrea (muco che cola dal naso), sensibilità alla luce e se vi sono posizioni che migliorano o peggiorano il dolore.
Sulla base delle informazioni raccolte si possono eseguire analisi approfondite quali:
- Analisi del sangue: è possibile valutare se sussiste uno stato di infiammazione che fa sospettare la presenza di una malattia autoimmune quale l’Arterite di Horton. Tipicamente il soggetto ha dei valori VES e PCR molto elevati rispetto alla norma;
- Puntura lombare: va ad analizzare se nel liquido cefalorachidiano vi sono tracce di infezioni che possono causare meningite;
- Risonanza Magnetica: esame molto approfondito che riesce a visualizzare le strutture del sistema nervoso centrale, verificando la presenza di lesioni o di tumori.
In cosa consiste la terapia?
La terapia è in relazione alla causa scatenante la cefalea continua, ma ovviamente si deve tenere conto anche di molti altri fattori quali lo stato di salute del paziente, la sua età, le patologie concomitanti, l’assunzione di farmaci e delle sue caratteristiche individuali.
In genere, la terapia è di natura farmacologica e prevede l’uso di antinfiammatori, antidolorifici (paracetamolo, ibuprofene e acido acetilsalicilico nelle forme più lievi), l’esecuzione di esercizi di rilassamento (utili per le cefalee tensive) e periodi di riposo.
Laddove sussistono patologie specifiche (cefalee secondarie) la terapia sarà specifica per ogni singolo caso.
È fondamentale affidare la terapia ad un medico specialista in neurologia, al fine di trattare il disturbo nella maniera più opportuna.
Quando alla base del mal di testa continuo è stata diagnosticata una semplice emicrania, vengono in genere forniti dei consigli per cercare di ridurre gli attacchi, o comunque di diminuirne in fretta l’intensità tenendo sempre in considerazione i fattori considerati come scatenanti.
Vediamone alcuni qui di seguito:
- Clima: il clima umido e freddo, il caldo, il vento e l’aria condizionata sono tutti elementi scatenanti. Si consiglia pertanto di prevenire l’esposizione a questi fattori;
- Alcool: possiede un’azione vasodilatatrice ed aumenta la pressione arteriosa. Si consiglia, quindi, di limitarne fortemente l’assunzione;
- Stress;
- Cambiamenti ormonali: come abbiamo visto incidono maggiormente sul sesso femminile;
- Alimenti grassi quali formaggi stagionati, insaccati e cioccolato;
- Cambiamenti nel ritmo sonno-veglia: ai pazienti che soffrono di emicrania si consiglia di mantenere un ritmo sonno-veglia costante durante tutta la settimana.