Paracheratosi: Cause e Sintomi

Con il termine paracheratosi si indica un sovvertimento del normale processo di differenziazione cellulare, in cui gli strati superficiali della cute e delle mucose assumono un aspetto ispessito, squamoso, biancastro e cheratinizzato.

Questo ispessimento è causato per lo più da fenomeni cronici sia di tipo irritativo che infiammatorio, conseguenti all’esposizione di stimoli infettivi, meccanici e chimici.

Questo tipo di meccanismo interessa principalmente l’ambito dermatologico, essendo una tipica manifestazione della psoriasi, della dermatite e dell’eczema cronico, ma anche l’ambito ginecologico: come vedremo la paracheratosi si riscontra in numerose condizioni, in risposta ad infezioni o a stimoli irritativi.

La paracheratosi non è una lesione maligna, non indica infatti un processo neoplastico, dunque se appare nel referto di una visita ginecologica o di un pap test in genere non deve destare particolari timori, quanto invece la necessità di eseguire scrupolosamente tutti gli accertamenti secondo i tempi indicati dal medico ginecologo.

Definito il contesto entro cui le condizioni di paracheratosi assumono rilevo, andiamo ad approfondire in quali condizioni questo sovvertimento dei processi di differenziazione cellulare si manifesta più spesso.

Quali sono le patologie in cui si manifesta la paracheratosi? 

Abbiamo cercato di razionalizzare tutte le condizioni che comportano la comparsa di paracheratosi riportando per ognuno le principali manifestazioni patologiche.

Psoriasi

Questa patologia può determinare forti ripercussioni psicologiche dovute alle manifestazioni cutanee che riguardano spesso zone del corpo molto esposte, pertanto ogni tipo di valutazione deve essere affidata all’attenzione di un medico specialista in dermatologia.

La psoriasi è una malattia multifattoriale, scatenata pertanto dall’instaurarsi di più condizioni, caratterizzata da un andamento ciclico in cui si hanno lesioni della cute che assume un aspetto squamoso, ispessito e biancastro.

Si identificano due picchi di insorgenza, il primo tra i 20 ed i 30 anni di età con decorso peggiore ed un secondo picco che si instaura tra i 50 ed i 60 anni con un decorso meno grave e più sfumato.

Tornando ai fattori promuoventi l’instaurarsi della malattia un ruolo di fondamentale importanza è dovuto alle mutazioni a carico dei geni che regolano il ciclo cellulare e spesso questo disturbo si manifesta maggiormente nei soggetti che hanno familiarità della malattia, dunque genitori o nonni che ne hanno sofferto.

La componente genetica però non è l’unica a spiegare l’insorgenza della patologia, infatti poiché si manifesti la psoriasi devono concorrere altri eventi scatenanti (detti trigger):

  • Stress: spesso sottovalutato, ma condizioni perpetrate di stress possono causare alterazioni a danno del sistema immunitario;
  • Infezioni: soprattutto causate da batteri streptococchi, possono scatenare delle reazioni auto-immuni, in cui il sistema immunitario identifica gli antigeni dell’epidermide come sostanze estranee da attaccare. Questo fenomeno da esito ad una psoriasi di tipo eruttivo, con numerose pustole;
  • Traumi: eventi traumatici possono scatenare un fenomeno che prende il nome di Koebner, o isomorfismo reattivo, in cui nella sede del trauma, causato da un episodio anche piuttosto lieve come il solo gesto di grattarsi, si manifestano tutti i tratti tipici di una dermatosi (rossore, prurito, cheratinizzazione);
  • Esposizione ai Raggi UVA e UVB: nonostante le raccomandazioni, troppo spesso si sottovaluta il pericolo dell’esposizione diretta al sole. Oltre al pericolo reale di promuovere l’insorgenza di un melanoma, i raggi solari possono anche promuovere lo scatenarsi di psoriasi;
  • Cattive abitudini: tra queste è doveroso inserire il fumo e l’alcool;
  • Variazioni ormonali: è il caso delle donne in gravidanza o nel periodo di menopausa;
  • Farmaci: anche l’assunzione di alcune classi di farmaci risulta promuovere manifestazioni di psoriasi, in particolare ACE inibitori, beta bloccanti e farmaci immunostimolanti.

Vi sono parti del corpo maggiormente colpite dalla psoriasi, localizzate per lo più nelle pieghe corporee, ed in particolare: gomiti, ginocchia, padiglione auricolare, piega del gluteo, ma è anche molto diffusa a livello del cuoio capelluto, mani, piedi, regione del pube e più raramente interessa anche la lingua.

Cosa fare in questi casi?

Quanto ai trattamenti si basano prevalentemente su tre interventi di azione:

  • Terapie topiche: ossia localizzate nel punto delle manifestazioni cutanee. Questo tipo di cura viene scelto quando il disturbo riguarda una zona circoscritta del corpo. In genere si somministrano farmaci cortisonici o calcitriolo;
  • Terapie sistemiche: utilizzate quando le manifestazioni sono diffuse e riguardano contemporaneamente più zone del corpo. I trattamenti sono somministrati in base all’entità della malattia, ed in genere si utilizzano retinoidi e ciclosporina, oppure anticorpi monoclonali;
  • Fototerapia: vengono utilizzate sorgenti artificiali che emettono raggi UVA ed UVB calibrati in maniera specifica per il singolo caso.

Si raccomanda in ogni caso di attenersi soltanto alle indicazioni fornite da un medico specialista in dermatologia, l’unico a possedere le conoscenze necessarie a trattare con successo una patologia così complessa come la psoriasi, e di diffidare in ogni modo da qualsiasi suggerimento riguardo improbabili rimedi naturali fornito sulle pagine di qualche forum.

Ambito Ginecologico

Abbiamo accennato quanto il processo di paracheratosi assume particolare rilevanza anche in ginecologica, infatti questa alterazione può presentarsi in concomitanza di disturbi che colpiscono l’apparato riproduttivo femminile.

È doveroso premettere però che la paracheratosi non indica necessariamente una patologia né un rischio concreto per la salute della donna ma, tuttavia, si tratta di un fattore da tenere sotto controllo.

Vediamo quindi in risposta a quali fenomeni può venirsi a creare una cheratosi in campo ginecologico:

  • Dermatiti vulvari: si tratta di banali dermatiti da contatto, ossia di reazioni scatenate dal contatto con agenti irritanti o a cui si è allergici, siano essi di natura biologica, chimica o fisica. Esistono due forme di dermatite, una acuta, ed una cronica, ma solo quest’ultima è coinvolta nel processo di ipercheratosi.Una sollecitazione continua e costante determina l’instaurarsi di fenomeni infiammatori che esitano in un ispessimento della cute (paracheratosi), scomparsa degli annessi cutanei (quindi dei peli), desquamazione, prurito e cute che si presenta di colore grigio-roseo.I trattamenti in genere si basano sulla rimozione dei fattori scatenanti il problema, quindi di tutte quelle sostanze irritanti responsabili del problema. Su indicazione medica si possono assumere corticosteroidi topici o antistaminici (in caso di manifestazioni allergiche).
  • Lichen sclerus: condizione analoga alla dermatite vulvare, che interessa prettamente la cute (ma non le mucose) della vulva e della zona perianale. Le manifestazioni comprendono ipercheratosi, quindi ispessimento della cute, cute che assume un aspetto bianco madreperlaceo, prurito, secchezza e bruciore;
  • Infezione da Papilloma Virus (HPV): con questo punto si apre un grande capitolo della ginecologia che spesso crea confusione. Il Papilloma virus viene trasmesso per contatto sessuale tramite rapporti non protetti, e costituisce un fattore promuovente per l’insorgenza della maggior parte dei tumori di interesse ginecologico (tumore del collo dell’utero, tumore della vagina e della vulva), ma anche dei tumori del cavo orale e dell’orofaringe.È essenziale premettere che circa il 75% della popolazione nel corso della vita è entrata in contatto con questo virus, quindi deve essere ben chiaro che risultare positivi ai test per l’HPV non è indice di cancro.Come abbiamo specificato il Papilloma virus è uno dei fattori promuoventi lo sviluppo del cancro, ma perché si sviluppi una malattia tumorale devono sommarsi più eventi e più fattori concomitanti, quali predisposizioni genetiche individuali, il fumo, l’insorgenza di molteplici infezioni vaginali non opportunamente trattate, la promiscuità sessuale e l’uso di contraccettivi ormonali.L’infezione da HPV determina l’insorgenza di ispessimenti della mucosa, quindi ipercheratosi e può dar luogo alla manifestazione di verruche ano-genitali dette condilomi che appaiono come escrescenze di color roseo-rosso e che sono infettive.Di per sé essere entrati in contatto con il virus non aumenta il rischio di sviluppare una malattia neoplastica, tuttavia se questo evento si somma ai fattori visti, il rischio di trasformazione in senso neoplastico tende ad aumentare.

    Il sommarsi di varie concause può impiegare un periodo variabile tra i 15 ed i 20 anni prima di trasformarsi in neoplasia, ed è per questo motivo che l’introduzione di specifici test di screening (quali il noto Pap test) assume un ruolo fondamentale e decisivo nel controllo dello sviluppo di forme di tumore. Questo test permette infatti di verificare la presenza di alterazioni di rilievo, ad intervalli di tempo stabiliti in base all’età ed ai fattori di rischio, tramite un piccolo prelievo (biopsia) della mucosa. Il pap test permette di individuare eventuali alterazioni in fasi precoci, garantendo quindi ottime prospettive di guarigione.

    Ad oggi è disponibile un vaccino da somministrare alle bambine tra i 9 ed i 12 anni (ma anche ai bambini maschi), quindi prima che comincino ad avere una vita sessuale attiva e quindi prima di entrare in contatto con il virus. La vaccinazione consente di ridurre nettamente il rischio di sviluppare il carcinoma della cervice uterina. È comunque possibile la somministrazione del vaccino anche per le donne adulte e già esposte al virus, a questo punto non con scopo terapeutico, ma preventivo sulla possibile re-infezione del virus.

Cosa fare in questi casi? 

La paracheratosi in ambito ginecologico va opportunamente analizzata, diagnosticata e curata da un medico specialista in ginecologia. Gli approcci terapeutici sono diversi a seconda del tipo di patologia da trattare. Nel caso della dermatite e del Lichen l’approccio terapeutico dovrà coinvolgere anche uno specialista in dermatologia in quanto le manifestazioni interessano per lo più le aree della cute e delle mucose.

Nel caso di positività al Papilloma virus è consigliabile sottoporsi al Pap test con cadenza annuale in modo da tenere sempre sotto controllo la progressione o meno delle lesioni.

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