Salute emotiva: le sfide che affronta la Gen Z

Il 90% dei giovani europei considera la salute emotiva un tema fondamentale nelle loro vite. E’ uno dei dati all’interno del white paper “Dialogues on Emotional Health and Wellbeing: A Mosaic of Perspectives”di Merck Group presentato lo scorso dicembre al Parlamento Europeo. Ma la salute emotiva della generazione Z (e in parte Alfa) è influenzata da diversi fattori che rientrano nella instabilità socio-economica che il mondo sta affrontando. Tuttavia, il problema del benessere mentale non si solleva solo nei giovani adulti, ma spesso ha origine già nell’adolescenza, per questo è importante per i genitori saper riconoscere i campanelli di allarme che avvertono di un disagio interiore. Ecco quali sono.

L’impatto dell’instabilità socio-economica sulla salute emotiva

Il benessere emotivo dei giovani non è una questione isolata, ma è profondamente interconnesso con fattori sociali, economici e ambientali più ampi. Il white paper proposto collega i principali risultati del primo tavolo rotondo europeo tenutosi a Strasburgo l’estate scorsa con le proposte annunciate nelle linee politiche europee per il periodo 2024-2029. Secondo il rapporto, il 90% dei giovani europei considera la salute emotiva il tema più importante nelle loro vite. Tuttavia, quasi la metà (49%) segnala che i propri bisogni di salute mentale non sono soddisfatti, e il 50% sperimenta frequentemente disagio emotivo. I giovani europei di oggi affrontano un’instabilità socio-economica persistente, che è stata plasmata da:

  • crisie conomiche
  • instabilità abitativa
  • conflitti globali
  • emergenza climatica
  • disoccupazione
  • alti costi della vita.

Negli anni, altri fattori che hanno impattato sulla salute emotiva giovanile sono stati il periodo di lockdown dovuto alla pandemia da Sars-Cov-19 e l’utilizzo consistente dei social network. Tutte queste pressioni insieme incidono in modo significativo sul benessere emotivo e sulla percezione del proprio futuro.

Necessario un approccio integrato a livello europeo

Danielle Brady, Senior Policy Analyst presso il European PolicyCentre, ha sottolineato come la salute emotiva è legata alle politiche in materia di abitazione, mercato del lavoro, clima e salute. Per questo, la richiesta è di avere un approccio più integrato nella definizione di politiche che considerino gli impatti economici, sociali e ambientali.

“Dobbiamo affrontare queste sfide interconnesse simultaneamente poiché non solo migliorano il benessere individuale, ma affrontan oanche questioni sociali più ampie.”

Salute emotiva: quali sono i campanelli di allarme

Le evidenze suggeriscono che in molti paesi la salute mentale dei giovani, negli ultimi due decenni, sia in declino. Le malattie mentali sembrano svilupparsi in una età compresa tra i 12 e i 25 anni, con un picco di insorgenza a 15 anni. Questo porta a tenere in considerazione sia un intervento precoce, ma anche che la divisione netta tra età adulta e infantile non può più essere intesa in modo definitivo ai 18 anni. Inoltre, secondo gli esperti, l’assistenza per la salute mentale dei giovani dovrebbe essere sensibile ai cambiamenti specifici, biologici, cognitivi, sociali e culturali. Ci sono, però, campanelli di allarme a cui i genitori devono prestare particolare attenzione soprattutto quando sono repentini e prolungati nel tempo rispetto alle normali abitudini di vita. I segnali a cui prestare attenzione sono:

  • peggioramento del rendimento scolastico
  • difficoltà nel dormire la notte
  • abitudini alimentari sregolate
  • eccessivo aumento o perdita di peso
  • abbandono di un’attività sportiva
  • isolamento e ritiro sociale
  • irritabilità e scontrosità
  • difficoltà a provare piacere per cose che prima erano piacevoli
  • autolesionismo.

Il ruolo degli adulti per aiutare i giovani

Gli adulti di riferimento possono aiutare gli adolescenti ad affrontare le difficoltà al meglio con alcune strategie:

  1. Ascolto empatico: cioè ascoltare senza interrompere e senza “fare la predica”, ma aiutare a distinguere le opinioni dai fatti.
  2. Comunicazione aperta: sostenere nella discussione i pensieri e le emozioni condividendo anche le proprie.
  3. Calma e rassicurazione: mantenere la calma di fronte a sbalzi d’umore o irritabilità. Rassicurarli che ci si aspetta da loro il massimo impegno, considerando la situazione temporanea.
  4. Coinvolgimento positivo: coinvolgere nella definizione delle regole, rispettando la privacy.

In generale, bisogna tenere presente che i campanelli di allarme possono variare da persona a persona, però se dovesse presentarsi una loro combinazione, gli adulti di riferimento dovrebbero chiedere il supporto professionale. Inoltre, sarebbe bene limitare l’accesso ai dispositivi elettronici e ai social network. E infine, in caso di possibile autolesionismo o tendenze suicidarie, è importante impedire l’accesso ai farmaci e e alle sostanze chimiche presenti in casa.

 

Fonti:

Euractive – Resilient mental health in Europe youth
Ospedale Bambino Gesù – Giovani e malattie mentali

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