Tonsille e adenoidi: quando è opportuno rimuoverle

Infezioni frequenti alla gola, respiro difficile durante il sonno, problemi alla deglutizione sono solo alcuni dei sintomi che interessano tonsille e adenoidi. Pur essendo importanti nel proteggerci dai microrganismi esterni in alcuni casi specifici si deve optare per la rimozione chirurgica. Una eventualità che si affronta molto spesso quando si è bambini.

Ecco, quindi, quali sono le situazioni per cui gli specialisti scelgono di rimuovere tonsille e adenoidi e cosa fare nel post-operatorio.

Cosa sono e a cosa servono le tonsille e le adenoidi

Adenoidi e tonsille sono fondamentali per la nostra protezione dalle infezioni. Entrambe sono formate da tessuto linfatico, composto prevalentemente da linfociti. Le tonsille e le adenoidi svolgono gran parte della loro funzione nella prima infanzia, aiutando lo sviluppo di due tipi di globuli bianchi: i linfociti B e i linfociti T. Le tonsille, più propriamente dette “tonsille palatine”, sono a forma di mandorla e  si trovano ai lati dell’ugola, nella zona posteriore della bocca.
Le adenoidi, più propriamente dette “tonsille faringee”, invece, si trovano nella parte posteriore delle fosse nasali e non sono visibili.
Nonostante siano importanti nel ruolo di difesa del nostro organismo, in alcuni casi è necessario asportarle chirurgicamente. In queste situazioni si parla di tonsillectomia e adenoidectomia.

Quando è il caso di asportare tonsille e adenoidi

Prima di valutare un intervento di rimozione gli specialisti provano altre terapie quali:

  • la profilassi antibiotica;
  • la somministrazione di immunostimolanti;
  • l’utilizzo di spray nasali a base di cortisonici;
  • gli antistaminici, nei casi in cui ci sia un’associazione con le allergie.

Se, nonostante questi tentativi, le infiammazioni si ripetono allora bisogna pensare alla chirurgia, che comunque viene valutata caso per caso.
Infatti, scegliere di rimuovere tonsille e adenoidi da parte del medico, significa che si è in una determinata casistica in cui è necessario procedere in questo senso per la propria salute.

Ecco quando è necessario:

  • in caso di volume eccessivo (ipertrofia): causano ostruzione e problemi alla respirazione, soprattutto durante il sonno
  • in caso di infezione: causando tonsilliti ricorrenti. In particolare, adenoidi troppo grandi o infette possono dare problemi alle orecchie, determinando otiti ricorrenti.

Non sempre l’asportazione chirurgica è totale, a volte viene effettuato l’intervento di adenoidectomia e tonsillectomia intracapsulare (cioè la riduzione del volume), senza asportarne completamente il tessuto.

Tonsillite e ipertrofia, ecco quali sono i sintomi

Quando si viene colpiti dalla tonsillite, cioè una infiammazione delle tonsille, i sintomi possono essere:

  • febbre
  • colorazione rossastra delle tonsille;
  • gonfiore;
  • mal di gola, che a volte si accompagna a dolore alle orecchie;
  • una patina gialla o bianca sulle tonsille;
  • deglutizione dolorosa;
  • lieve alterazione della voce a causa del gonfiore;
  • linfonodi ingrossati;
  • alito cattivo;

Invece, se c’è ipertrofia è possibile che ci siano i seguenti segni:

  • pause nella respirazione durante il sonno;
  • russamento;
  • respirazione faticosa prevalentemente attraverso la bocca;
  • raffreddori frequenti;
  • difficoltà a deglutire;
  • posizioni in cui dormire insolite, come tenere la testa inclinata all’indietro.

Più nel dettaglio, sono le tonsille ingrossate che causano pause nella respirazione durante il sonno, mentre le adenoidi ingrossate influenzano la capacità di respirare attraverso il naso.
Nel lungo periodo le tonsille ingrossate possono provocare infezioni delle vie respiratorie, russamento e apnea notturna.
Invece, le adenoidi ingrossate possono arrivare a causare: disallineamento della mascella e cambiamento della posizione della lingua, infezioni dell’orecchio medio, sinusite cronica.

A cosa fare attenzione pre e post intervento

Per quanto riguarda l’operazione viene effettuato in anestesia generale e si effettua attraverso la bocca. Si fa una verifica, prima dell’ospedalizzazione e dell’intervento, con l’anestesista e il chirurgo otorinolaringoiatra, che dovranno confermare l’indicazione all’intervento per procedere.
Se si assumono farmaci, devono essere comunicati durante la visita pre-operatoria e seguire le indicazioni che saranno date sulla loro assunzione. Di norma, il giorno dell’operazione bisognerà essere a digiuno per evitare i rischi che possono insorgere in presenza di alimenti nello stomaco, come ad esempio vomito con inalazione di materiale gastrico nelle vie respiratorie.
La tecnica chirurgica normalmente utilizzata è il bisturi tradizionale, e in situazioni particolari possono essere usati anche bisturi elettrici o laser.

Nel post-operazione è piuttosto comune che ci siano:

  • dolori più o meno intesi: mal di gola, mal d’orecchio, mal di collo, ecc. soprattutto quando si  ingoia qualcosa
  • febbre, anche oltre i 38°. E’ da trattare, eventualmente, somministrando paracetamolo  sempre con il consulto del medico. Da evitare, invece, l’acido acetilsalicilico (aspirina).
  • inappetenza, cioè la scarsa voglia di mangiare.

La zona dove è avvenuta l’asportazione potrebbe ricoprirsi di una spessa patina biancastra: non è un’infezione, ma una sostanza, la fibrina, prodotta dall’organismo nel normale processo di guarigione, sotto la quale la ferita si cicatrizza. Quindi è da assolutamente da evitare il tentativo di asportarla.

Consigli per gestire il post operatorio

Dopo l’operazione sarebbe bene evitare di fare attività fisica. Meglio rimanere in casa, in ambiente adeguatamente riscaldato, e il più possibile a riposo. Chiedere al proprio medico quando è possibile tornare a fare sport.
Mentre, per quanto riguarda l’alimentazione, bisognerebbe riprendere gradualmente. È  bene assumere cibi e bevande a temperatura ambiente, evitando quelli caldi o bollenti perché potrebbero facilitare l’insorgenza di una emorragia. Evitare anche cibi piccanti, troppo salati o aspri. Nei primi giorni dopo l’operazione preferire i liquidi come acqua zuccherata, tè, camomilla, succo di frutta. Poi passare ai cibi morbidi come gelato, yogurt, purè, semolino o pastina in brodo vegetale. Per i bambini sarebbe bene evitare l’uso del ciuccio, del biberon o della cannuccia.

In caso, nei 10 giorni dopo l’intervento, si dovesse verificare un sanguinamento dal naso o dalla bocca anche modesto, chiamare il proprio medico o contattare l’ospedale di riferimento.

Fonti:

 

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