Vaginiti: 8 consigli per prevenire l’infiammazione intima

Il rientro dalle vacanze può non essere sempre facile, non solo perchè bisogna tornare al lavoro o a scuola, ma perché può portare con sé qualche spiacevole inconveniente di salute. In particolare le donne potrebbero sperimentare, soprattutto in estate, una infiammazione a livello intimo chiamata vaginite.

Ma come si riconosce e come si tratta? Soprattutto, si possono prevenire le vaginiti? Le risposte in questo articolo.

Cosa sono le vaginiti

Secondo la definizione dell’Istituto Superiore di Sanità la vaginite è

“una infezione della vagina che può causare prurito, bruciore e fuoriuscita di secrezioni”.

L’infezione può riguardare l’infiammazione alla vagina, il canale composto di muscoli e membrane che collega l’ultima parte del collo dell’utero con l’ambiente circostante, ma  anche:

  • alla vulva, l’insieme degli organi genitali femminili esterni (vulvo-vaginite);
  • alla cervice, cioè il collo dell’utero (cervico-vaginite);
  • all’uretra, l’organo che trasporta l’urina dalla vescica all’esterno del corpo.

Le vaginiti possono presentarsi all’improvviso e possono, nonostante la terapia, anche non scomparire diventando recidivanti, con intensità variabile.

Attenzione alle perdite: gli indizi nel colore e nella consistenza

È possibile riconoscere di avere una vaginite in corso dai seguenti sintomi:

  • perdite vaginali anormali per colore, odore o quantità;
  • irritazione, bruciore e/o prurito vaginale;
  • dolore quando si urina;
  • dolore durante i rapporti sessuali;
  • lieve sanguinamento.

In particolare, bisognerebbe fare attenzione alle caratteristiche delle perdite vaginali che possono essere scarse o abbondanti e avere un aspetto diverso a seconda del micro-organismo responsabile dell’infezione. Ad esempio, nel caso della vaginite batterica il sintomo principale sono delle perdite maleodoranti che ricordano l’odore del pesce, e di colore bianco-grigiastre (leucorrea). L’odore può risultare più intenso dopo il ciclo mestruale o in seguito a un rapporto sessuale.
Invece, se la vaginite è dovuta ai funghi (Candidosi) il sintomo principale è il prurito interno ed esterno, accompagnato da secrezioni bianche simili alla ricotta.
Infine, nella vaginite da tricomoniasi le secrezioni sono schiumose e di colore giallognolo-verdastre.

Quali sono le cause che portano alle vaginiti

Alla base delle infezioni vaginali ci possono essere infezioni di origine batterica oppure dovute a lieviti e altri organismi infettivi o a cause ancora diverse.
Alcune delle condizioni che possono contribuire a sviluppare la vaginite sono:

  • Agenti infettivi come batteri funghi e parassiti: Trichomonas vaginalis, Candida, batteri di derivazione intestinale come l’Escherichia coli;
  • Alterazione ormonale: piuttosto frequente dopo la menopausa. In questo caso, la vaginite viene definita ‘atrofica’;
  • Abbassamento delle difese immunitarie: ad esempio per stress intenso
  • Rapporti sessuali: soprattutto se non protetti, poiché comportano un maggiore contatto con potenziali germi patogeni;
  • Danno ai tessuti pelvici che indeboliscono le difese dell’organismo:gravidanza o parto, lesioni, interventi chirurgici, farmaci, tumori o radioterapia;
  • Prodotti irritanti: come detergenti intimi, detersivi per lavatrice, assorbenti, tamponi interni, spray vaginali, lavande, prodotti spermicidi;
  • Prolungata esposizione all’umidità: se si rimane con il costume bagnato a lungo o non si cambiano frequentemente gli assorbenti per mestruazioni o incontinenza, si facilita la crescita di batteri e lieviti;
  • Esposizione a batteri di altra origine: se i batteri dell’apparato digerente penetrano in vagina, alterano l’equilibrio batterico o causano un’infezione. Ad esempio, possono entrare batteri se la materia fecale dell’ano entra in contatto con la vagina.

Come si diagnostica e quali sono i trattamenti possibili

Per prima cosa è necessario ottenere una diagnosi corretta e per questo è fondamentale rivolgersi al proprio ginecologo di fiducia. Chi sente disagio dovrà descrivere i sintomi e lo specialista valuterà clinicamente la zona irritata oltre a effettuare un piccolo prelievo con un tampone vaginale. L’analisi del materiale biologico confermerà il tipo di vaginite o lo specifico agente patogeno.

Viste le diverse possibili cause delle vaginiti, possono essere valutati diversi trattamenti.
Se la patologia ha origine batterica sarà preferito un trattamento a base di antibiotici da assumere per bocca o da applicare localmente (sotto forma di crema, ovuli o gel). Anche contro la vaginite da tricomoniasi vengono generalmente prescritti antibiotici per via orale o topici e la cura andrà seguita anche dal/dalla partner della persona infetta.
Nel caso in cui l’origine sia fungina o da lieviti, come la Candida, viene in genere trattata con farmaci antimicotici per via locale (creme, ovuli, tavolette o capsule vaginali) oppure orale.
La vaginite atrofica può essere trattata mediante l’utilizzo di estrogeni (ormoni) in varie forme (compresse, gel, creme, cerotti) oppure se non è possibile con prodotti emollienti e lubrificanti o rigeneranti (acido ialuronico).
Invece, per la vaginite allergica è necessario individuare e rimuovere la fonte di irritazione.

Vaginite e vaginosi, in cosa sono differenti

Nonostante siano entrambe diagnosticabili tramite tampone vaginale, ci sono differenze importanti. La vaginosi è l’alterazione della flora microbica residente in vagina. I batteri buoni presenti in vagina proteggono dalle aggressioni esterne. L’ambiente è leggermente acido, con un pH di circa 3.8-4.5 e se si verifica uno squilibrio si favorisce la vaginite o la vaginosi batterica.
La vaginite, invece, è un processo infiammatorio che si manifesta con perdite e bruciore particolarmente intenso. Come abbiamo precedentemente visto, ci sono diverse cause che possono portare alla vaginite.

Per distinguere tra vaginosi e vaginite sono fondamentali la visita ginecologica e gli esami appropriati.

Ecco 8 consigli per prevenire la vaginite

Fare prevenzione ed evitare una vaginite è possibile, basta seguire 8 semplici consigli:

  1. Indossare solo biancheria di puro cotone
    Scegliere biancheria intima di fibre naturali evitando quelle sintetiche e cambiarla almeno una volta al giorno.
  2. Evitare indumenti troppo aderenti
    Quindi no a collants, leggins e pantaloni fascianti perché creano una zona umida ideale alla proliferazione dei funghi. Meglio indossare indumenti morbidi e preferire le gonne in estate.
  3. No al costume bagnato
    Sarebbe bene evitare di indossare un costume bagnato troppo a lungo. Meglio cambiarsi il più presto possibile e non indossare di nuovo lo stesso costume prima che sia completamente asciutto.
  4. Evitare le lavande vaginali
    La vagina richiede una normale pulizia, alla pari delle altre parti del corpo, quindi non effettuare lavande intime se non sono necessarie. Questo perché frequenti lavaggi interni modificano l’equilibrio della flora aumentando il rischio di infezioni.
  5. Preferire la doccia al bagno
    Risciacquare bene l’epidermide e le mucose dopo l’applicazione dei detergenti e asciugarsi bene per evitare il ristagno di umidità.
  6. Attenzione alla pulizia intima
    Usare la carta igienica dal davanti verso il dietro, per prevenire il trasporto dei batteri dal retto alla vagina.
  7. Preferire saponi e detergenti con pH fisiologico
    Non usare deodoranti o profumi sulla mucosa vaginale né saponi troppo aggressivi.
  8. Usare il preservativo
    È il metodo più efficace per evitare l’infezione da Trichomonas. Al contrario, gli spermicidi non hanno invece alcun effetto in questo senso e pertanto non devono essere utilizzati come mezzo di prevenzione. E se ci sono sintomi di infezione, evitate i rapporti sessuali con penetrazione.

Fonti:

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