Tumore al seno: scoperta una nuova forma ereditaria

Il tumore alla mammella è la neoplasia più frequente in Italia, dove, dati alla mano, costituisce il 30,3% dei tumori femminili e il 14,6% di tutti i tumori.
L’incidenza aumenta tra le giovani donne, mentre la mortalità sta registrando un calo.

Un recente studio potrebbe aver individuato una nuova forma ereditaria di tumore al seno la cui comparsa è correlata a geni che fino a ora si pensava non potessero essere coinvolti in questo tipo di neoplasia.

Tumori mammari: una panoramica

I tumori mammari più frequenti sono principalmente carcinomi duttali la cui percentuale oscilla tra il 70% e l’80% e lobulari che si attestano tra il 10% e il 15%; seguono altre forme meno comuni come il carcinoma tubulare e papillare.

La prevenzione per il tumore alla mammella include screening regolari (mammografia) e la persecuzione di uno stile di vita sano che riesca a limitare l’influenza dei fattori di rischio.
Attualmente in Italia il programma nazionale di prevenzione del tumore alla mammella prevede mammografie biennali per donne tra 50 e 69 anni.

I sintomi iniziali del tumore alla mammella sono spesso asintomatici; tuttavia, possono essere notati dalla paziente noduli palpabili, alterazioni del capezzolo e della pelle.
La diagnosi si esegue tramite mammografia, ecografia e biopsia.

Quali sono le cure disponibili per il tumore mammario?

Le cure includono interventi chirurgici, radioterapia, chemioterapia, terapie ormonali e farmaci mirati.
La scelta terapeutica dipende principalmente dallo stadio e dalle caratteristiche molecolari del tumore.

Fattori di rischio per il tumore al seno: quali sono?

I principali fattori di rischio per il tumore alla mammella sono l’età avanzata, fattori ormonali e la familiarità, come l’ereditarietà di mutazioni associate alla comparsa del tumore nei geni BRCA1 e BRCA2.
A questo possono aggiungersi anche fattori di rischio legati allo stile di vita come essere sovrappeso o il consumo di alcol.

Uno studio rivela un nuovo tipo di tumore al seno: che caratteristiche ha?

I risultati di alcuni studi hanno aggiunto importanti dettagli al panorama di conoscenza relativo al tumore al seno, scoprendo una nuova forma ereditaria, causata da mutazioni a carico di un gene che precedentemente era stato associato allo sviluppo del tumore gastrico, il CDH1.

Questi dati potrebbero aprire nuove strade per migliorare la prevenzione; infatti, fino a questo momento si pensava che il carcinoma mammario ereditario fosse principalmente legati ai geni BRCA1 e BRCA2, tuttavia, questa ricerca sottolinea un nuovo aspetto della patologia, che sottolinea l’importanza di esplorare le cause genetiche per migliorare le strategie di prevenzione e trattamento personalizzato.

Com’è stato denominato questo nuovo tipo di tumore?

Questo nuova forma di tumore, spiegano gli autori della ricerca, può essere descritta come un “carcinoma mammario lobulare ereditario”. La variante mutata del gene CDH1 che genera un tipo di carcinoma gastrico ereditario è risultato collegato anche a una variante rara di tumore lobulare che può presentarsi principalmente in donne giovani con meno di 45 anni al momento della diagnosi con una storia familiare positiva per il carcinoma mammario, o con un tumore mammario bilaterale. Per la natura ereditaria di questo nuovo tipo di carcinoma mammario, l’esecuzione di test genetici sarà fondamentale.

Cosa è stato osservato in questo studio?

La ricerca ha rivelato che le varianti patogene del gene CDH1 sono associate al rischio di cancro gastrico diffuso e al cancro lobulare al seno (LBC) in quella che viene definita sindrome del cancro gastrico diffuso ereditario (HDGC). Tuttavia, in alcune circostanze, il LBC può essere la prima manifestazione di questa sindrome in assenza di manifestazioni di cancro gastrico diffuso.

Lo studio, condotto in un singolo centro, è stato un progetto di ricerca longitudinale e prospettico condotto dal 1 gennaio 1997 al 31 dicembre 2021, con follow-up fino al 31 gennaio 2023. Le donne con LBC viste presso l’Istituto Europeo di Oncologia sono state incluse nello studio. È stato eseguito il test per i geni CDH1, BRCA1 e BRCA2. Il profilo somatico è stato valutato per i portatori di varianti del gene CDH1.

Tra i 5429 casi di LBC primario, il fenotipo LBC familiare rappresentava il 34,4% (1867 casi). Un totale di 394 pazienti con cancro lobulare al seno sono state testate, tra le quali sono state identificate 15 varianti del gene CDH1. Di queste varianti, 6 (40,0%) erano patogeniche, con una frequenza complessiva del 1,5% (6 su 394).

Dei 6 pazienti con CDH1-LBC, 5 (83,3%) avevano una storia familiare positiva per il carcinoma mammario e solo 1 (16,7%) aveva LBC sporadico giovanile precoce. Non sono state identificate varianti del gene BRCA1 e BRCA2 nei portatori di CDH1. Un meccanismo di inattivazione CDH1 è stato identificato in 4 dei 6 campioni di tumore abbinati esplorati (66,7%) nei portatori di varianti del gene CDH1 altamente patogenico.

I portatori di varianti del gene CDH1 LBC patogenico avevano un’età significativamente inferiore al momento della diagnosi rispetto al gruppo che portava varianti del gene CDH1 di significato sconosciuto o probabilmente benigno.

Cosa possiamo concludere alla luce di questi dati?

Volendo fare un’analisi più sintetica, in questo studio di coorte, sono state identificate varianti del gene CDH1 patogenico in individui che non soddisfano i classici criteri clinici per lo screening del cancro gastrico diffuso ereditario, suggerendo che l’identificazione di queste varianti potrebbe fornire un nuovo metodo per testare le donne con LBC con età precoce alla diagnosi e/o storia familiare positiva per il carcinoma mammario

Fonti

https://jamanetwork.com/journals/jamanetworkopen/fullarticle/2817867?resultClick=3

https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/guida-ai-tumori/tumore-del-seno

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