Virus Chandipura: la nuova minaccia emergente dall’India

Il virus Chandipura (CHPV), appartenente alla famiglia dei Rhabdoviridae, sta riemergendo come una minaccia significativa per la salute pubblica in India.

Tra l’inizio di giugno e la metà di agosto 2024, il Ministero della Salute e del Benessere Familiare dell’India ha segnalato 245 casi di sindrome encefalica acuta (AES), una grave condizione neurologica, in 43 distretti.

Di questi casi, 64 sono stati confermati come infezioni da virus Chandipura, con un bilancio di 82 decessi, corrispondente a un tasso di letalità del 33%. Questa epidemia è la più grande degli ultimi vent’anni per quanto riguarda il CHPV, riaccendendo l’attenzione su un virus che da anni è endemico in India.

Il pericolo nascosto del virus Chandipura: cosa sappiamo?

Il virus Chandipura fu identificato per la prima volta nel 1965 nel villaggio di Chandipura, nello stato del Maharashtra, da cui prende il nome. Negli anni, è stato responsabile di sporadiche epidemie in diverse aree dell’India occidentale, centrale e meridionale, soprattutto durante la stagione dei monsoni.

Tuttavia, a differenza di altre malattie virali come la dengue o la malaria, il virus Chandipura è rimasto relativamente sconosciuto al grande pubblico, persino tra molti professionisti della sanità, fino agli ultimi decenni.

Come si trasmette e quali sono i vettori?

Il CHPV è trasmesso principalmente attraverso il morso di zanzare appartenenti al genere Phlebotomus, conosciute comunemente come moscerini della sabbia.

Questi piccoli insetti sono molto attivi nelle aree rurali durante la stagione dei monsoni, quando le condizioni di umidità e calore favoriscono la loro proliferazione. Le zanzare infette fungono da vettore principale, trasmettendo il virus agli esseri umani, che fungono da ospiti accidentali.

A differenza di virus come la dengue o la febbre gialla, che hanno una distribuzione più ampia e sono meglio studiati, la diffusione del CHPV è limitata a determinate regioni geografiche dell’India.

Le aree più colpite sono quelle rurali, dove le persone vivono spesso in prossimità di pozze d’acqua stagnanti, terreni agricoli e vegetazione densa, che sono ambienti ideali per i moscerini della sabbia.

Quali sono sintomi e diagnosi dell’infezione da virus Chandipura?

Il virus Chandipura colpisce principalmente i bambini, con un’età media dei pazienti infetti tra i 5 e i 10 anni. I sintomi iniziali sono simil-influenzali, tra cui febbre alta, mal di testa, dolori muscolari e affaticamento.

Tuttavia, nel giro di pochi giorni, l’infezione può progredire rapidamente, causando gravi disturbi neurologici, tra cui convulsioni, perdita di coscienza, stato confusionale e coma. Questi sintomi sono tipici della sindrome encefalica acuta (AES), che può evolvere fino alla morte nel 30-50% dei casi, soprattutto nei pazienti che non ricevono cure mediche tempestive.

La diagnosi del CHPV è complessa a causa della somiglianza dei suoi sintomi con altre malattie virali come l’encefalite giapponese, la dengue e la chikungunya.

Pertanto, per confermare l’infezione, è necessario eseguire test di laboratorio specifici, tra cui la RT-PCR (reazione a catena della polimerasi inversa) e test sierologici, per rilevare la presenza di RNA virale o anticorpi nel sangue dei pazienti.

L’epidemia del 2024: quali sono state le cause? Che impatto ha avuto e sta avendo?

L’epidemia del 2024 è la più vasta mai registrata in India per quanto riguarda il virus Chandipura. Le regioni maggiormente colpite sono gli stati di Maharashtra, Gujarat e Madhya Pradesh, che hanno visto un numero crescente di casi a partire da giugno.

Le autorità sanitarie hanno ipotizzato che la recrudescenza del virus sia legata a una combinazione di fattori ambientali e climatici. Le abbondanti piogge dei monsoni, insieme all’innalzamento delle temperature, hanno creato condizioni ideali per la riproduzione dei moscerini della sabbia, aumentando così il rischio di trasmissione del virus.

Inoltre, le regioni colpite sono caratterizzate da un accesso limitato ai servizi sanitari, il che ha reso difficile una risposta rapida e adeguata all’epidemia. Le strutture ospedaliere sono state sopraffatte dall’elevato numero di pazienti, molti dei quali sono arrivati negli ospedali già in condizioni critiche.

La mancanza di consapevolezza tra la popolazione riguardo ai rischi associati al virus Chandipura ha ulteriormente aggravato la situazione, ritardando l’accesso alle cure e aumentando il tasso di mortalità.

Trattamento e prevenzione dell’infezione da Chandipura

Attualmente, non esiste un trattamento antivirale specifico per il virus Chandipura. Le cure sono principalmente di tipo sintomatico e di supporto, con un focus particolare sulla gestione delle convulsioni e sul mantenimento delle funzioni vitali nei pazienti con encefalite acuta.

L’ospedalizzazione immediata e il monitoraggio intensivo possono aumentare significativamente le probabilità di sopravvivenza, soprattutto nei bambini, che sono i più vulnerabili all’infezione.

Per quanto riguarda la prevenzione, le autorità sanitarie indiane stanno concentrando i loro sforzi sull’educazione sanitaria e sul controllo delle zanzare. Campagne di sensibilizzazione nelle aree rurali promuovono l’uso di zanzariere, repellenti per insetti e altre misure preventive per ridurre il rischio di punture da parte dei moscerini della sabbia.

Tuttavia, queste misure non sono sufficienti a contenere completamente l’epidemia, specialmente in contesti in cui la povertà e l’assenza di infrastrutture sanitarie adeguate rappresentano sfide importanti.

Il virus Chandipura è una minaccia emergente che richiede una maggiore attenzione da parte delle autorità sanitarie globali e dei ricercatori. L’epidemia del 2024 ha dimostrato quanto rapidamente questo virus possa diffondersi e causare gravi conseguenze, specialmente tra le popolazioni più vulnerabili come i bambini delle aree rurali.

L’assenza di un trattamento specifico e di un vaccino efficace rende il controllo del virus estremamente difficile, e le attuali misure di prevenzione non sono sufficienti a fermare l’epidemia.

Per il futuro, sarà fondamentale investire in programmi di ricerca per sviluppare nuovi strumenti diagnostici, terapie antivirali e, possibilmente, un vaccino contro il CHPV.

Allo stesso tempo, le autorità sanitarie dovranno rafforzare i sistemi di sorveglianza nelle aree a rischio, migliorare l’accesso ai servizi sanitari e promuovere campagne di sensibilizzazione più efficaci per proteggere le comunità vulnerabili da questa minaccia crescente.

Fonti

https://tg24.sky.it/mondo/2024/08/07/virus-chandipura-india-sintomi

https://www.who.int/emergencies/disease-outbreak-news/item/2024-DON529

 

 

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