Agoaspirato Seno: Procedura, Rischi e Controindicazioni

Interpretare i risultati dell’agoaspirato

Il test dell’agoaspirato fornisce risultati che sono categorizzati e standardizzati dai laboratori e che vanno da C1 a C5. Di seguito troverete le informazioni necessarie per interpretare i risultati:

  • C1: Campione inadeguato o non rappresentativo. In questo caso il risultato del test indica un agoaspirato non ottimale e che non ha raccolto un numero di cellule epiteliali sufficienti. Non è possibile, dunque, in questo caso fornire una diagnosi o un’indicazione di diagnosi e con ogni probabilità sarà necessario ripetere il test;
  • C2: Reperto Benigno. Il campione che è stato aspirato contiene al suo interno cellule sicuramente benigne. In alcuni casi, si può anche formulare una diagnosi precisa del tipo di lesione: si può trattare di cisti, di ectasia duttale oppure anche di fibroadenoma o mastite;
  • C3: Lesione probabilmente benigna. L’analisi del materiale cellulare ha fatto registrare le medesime caratteristiche tipiche delle lesioni benigne, anche se sono presenti delle forme atipiche che devono essere ulteriormente analizzate. Viene richiesto in questo caso un ulteriore approfondimento anche con altri strumenti, come ecografia/mammografia prima di prendere una decisione finale. Il medico in questo caso inoltre può chiedere la ripetizione del test;
  • C4: Sospetto di malignità. In questo caso l’agoaspirato ha raccolto un campione che ha caratteristiche che sembrerebbero suggerire la presenza di un carcinoma, ovvero di una forma maligna. Con il risultato C4 però la diagnosi non è definitiva e molte volte il medico, nel dubbio, potrebbe indicare altri test per avere conferme sulla malignità della lesione;
  • C5: Reperto Maligno. In questo caso è certo che il materiale che è stato agoaspirato appartenga ad un carcinoma o ad altro tipo di tumore maligno.

Ci sono controindicazioni per il test di agoaspirato del seno?

La tecnica dell’agoaspirato al seno è minimamente invasiva e tendenzialmente non causa problemi, neanche nelle pazienti più sensibili.

Il test dura pochissimi minuti e viene guidato con estrema precisione grazie al ricorso agli strumenti ecografici. A meno che non ci siano condizioni particolari, l’intervento è effettuato senza anestesia e senza ricovero.

In alcuni casi, nella zona dove è stato inserito l’ago può formarsi un ematoma, che può dare fastidio per qualche giorno successivamente al test.

Non ci sono rischi connessi con questa specifica procedura, se non quelli che sono collegati alle iniezioni intramuscolari: è il caso tipico delle infezioni e del sanguinamento.

In casi molto rari, è possibile perforare la pleura polmonare con l’ago. Sono casi rari ma comunque registrati nelle statistiche mediche.

Non vi sono inoltre rischi di disseminazione delle cellule che vengono raccolte.

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