Dovete sottoporvi all’elettrocardiogramma e non sapete se sfruttare il servizio sanitario nazionale o ricorrere alle prestazioni di uno studio privato?
Il dilemma in questione di solito riguarda moltissimi esami medici e si riferisce al problema legato alle liste d’attesa (molto lunghe nel settore pubblico) o al costo della prestazione stessa (che aumenta molto nel privato).
In questo articolo vogliamo quindi aiutarvi a capire qual è il prezzo da pagare per un ECG privato oppure quello del ticket presso l’Asl.
Prima di cominciare cerchiamo di capire che cos’è l’elettrocardiogramma: esso costituisce un esame diagnostico ambulatoriale che permette di registrare e visualizzare grazie ad un grafico l’attività elettrica cardiaca.
Questa rappresentazione grafica è possibile in quanto un apposito strumento coglie l’attività di pompaggio del sangue eseguita dal muscolo cardiaco attraverso contrazioni e rilasciamenti.
L’esame permette quindi di individuare la presenza di malattie a carico dl cuore o aritmie. Il paziente può essere sia a riposo sul lettino, oppure sotto sforzo, camminando su un tapis roulant o pedalando su una cyclette: mentre l’esame a riposo permette di evidenziare aritmie, quello sotto sforzo diagnostica le patologie cardiache latenti.
Entrambi si possono svolgere senza che il paziente si sottoponga a preparazione, così come non vi sono controindicazioni per eseguire questo test, se a riposo (coloro che soffrano di grave insufficienza cardiaca dovrebbero evitare invece quello sotto sforzo): durante l’esame vengono applicati sulla pelle alcuni elettrodi, i quali sono collegati ad una macchina, ossia l’elettrocardiografo.
Sono gli elettrodi a captare e a trasmettere attraverso i fili elettrici l’attività elettrica del cuore.
In questo articolo parliamo di:
Prezzo del ticket sanitario per l’elettrocardiogramma
Passiamo ora ad esaminare i dettagli concreti di questo esame, concentrandoci sul costo del ticket sanitario.
Sappiamo che il ticket rappresenta la quota di compartecipazione del cittadino per supportare la spesa pubblica, come quella legata appunto all’erogazione di servizi a carattere medico sanitario.
Nel nostro Paese il prezzo che i cittadini devono pagare in virtù del principio di compartecipazione per sottoporsi alle visite e agli esami specialistici varia a seconda della situazione economica del cittadino.
Vi sono infatti casi di esenzione e vi è la possibilità di pagare una quota che dovrebbe essere adeguata al proprio reddito annuo lordo, il quale va autocertificato attraverso un apposito modulo.
Tali fasce si dividono nel modo seguente: la prima fascia rappresenta i nuclei famigliari che hanno un reddito sino a 36.152 euro; la fascia 2 è riferita alle famiglie con reddito da 36.153 e 70.000 euro, mentre la 3 indica un reddito annuo da 70.001 a 100.000 euro. Quando si superano i 100.00 euro allora l’autocertificazione non va fatta, in quanto il paziente deve pagare la quota massima prevista del ticket.
Vi sono poi i casi di esenzione: chi fa parte della categoria esente non deve presentare l’autocertificazione, mentre coloro che sono esenti parzialmente, ad esempio a causa di una patologia cronica e invalidante, deve farla soltanto per l’applicazione del ticket alle visite e agli esami non esenti, ossia quelli che esulano dalla patologia per cui si gode di esenzione.
L’autocertificazione va compilata una sola volta per ogni componente del nucleo familiare, e si dichiara la propria fascia di reddito familiare fiscale lordo annuo. Se questo cambia bisogna ovviamente comunicarlo. La fascia di appartenenza viene registrata all’anagrafe sanitaria degli assistiti, così che venga stampata automaticamente nella ricetta del medico.
Il modulo si può reperire sia sul web che nelle farmacie, negli ambulatori, nelle sedi di patronati, presso i Caf, i sindacati e anche presso le associazioni di categoria convenzionate.
Il costo dell’ECG rientra nelle visite che hanno un ticket fisso, ossia circa 25 euro, per la prima visita e una ventina per la visita di controllo, senza che la fascia di reddito influisca sul costo.
Altri tipi di prestazioni, come gli interventi chirurgici a livello ambulatoriale, prevedono un costo di 46 euro per tutte le fasce di reddito.
La risonanza magnetica, invece, prevede un ticket legato alla fascia di reddito autocertificata.
Costo dell’ECG nel settore privato
Le liste d’attesa rappresentano certamente una falla del sistema sanitario italiano, per questo molte persone si informano sul prezzo da pagare per sottoporsi ad un elettrocardiogramma in uno studio privato, che rappresenta il canale preferenziale ad esempio quando tale esame è necessario per ottenere un certificato medico sportivo.
Tale esame, evitando la trafila da seguire per effettuarlo presso l’ospedale, permette di evitare di aspettare mesi, tuttavia il costo è più alto: esso costa infatti 50 euro. Se lo si fa per motivi sportivi, a questi 50 euro bisogna aggiungere i 20 euro da pagare per il certificato medico stesso.
Elettrocardiogramma: costo in farmacia
Se invece volete sfruttare una novità, potete chiedere di sottoporvi a un controllo periodico al cuore, magari a scopo preventivo, in farmacia, attraverso un servizio di telemedicina affidabile quanto quello svolto in una struttura ospedaliera o uno studio privato. Come funziona? Il farmacista applica i sensori sul torace e su gambe e braccia, registrando i battiti cardiaci. Tali dati vengono trasmessi ad un centro cardiologico specializzato, dove un medico cardiologo in linea li elabora e invia in breve tempo l’Ecg già refertato.
Naturalmente è consigliabile chiedere l’analisi anche al proprio medico di base, il quale può aiutarvi ad interpretare i risultati. Il costo dell’esame svolto in farmacia costa 35,00 euro, quindi una via di mezzo tra il costo nel pubblico e quello nel privato, tuttavia va prenotato, in considerazione del fatto che non tutte le farmacie offrono tale servizio ai clienti.
E in gravidanza?
In caso di gravidanza si possono trovare moltissimi esami, tanti esenti da ticket e di routine, in quanto obbligatori, altri consigliabili ma non obbligatori, e quindi che prevedono il pagamento del ticket. Tra questi troviamo proprio l’elettrocardiogramma, che fa parte dei test a cui sottoporsi entro la tredicesima settimana.
L’Ecg è raccomandato qualora la mamma non si sia sottoposta a tale esame negli ultimi tre anni, nei casi in cui abbia il vizio del fumo oppure se la futura mamma ha più di 35 anni. Naturalmente è consigliato anche alle donne che abbiano avuto problemi cardiaci o presentino tali problematiche in famiglia. Il prezzo, non essendoci esenzione, è quello del normale ticket sanitario.
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