Che cos’è una risonanza magnetica? E soprattutto, quanto costa? Conviene sottoporsi ad una RM in una struttura privata oppure sfruttando il ticket sanitario? Quando ci si deve sottoporre ad una visita specialistica di questo tipo è normale farsi questo tipo di domande.
Per questo nel nostro articolo abbiamo voluto concentrarci proprio sul prezzo di una risonanza magnetica, cercando di capire quali sono le differenze del listino prezzi tra il prezzario proposto da uno studio privato e una visita effettuata presso un ospedale pubblico.
In ultimo abbiamo anche voluto dedicare qualche riga al costo che tale visita può comportare quando il paziente è il proprio cane, gatto o amico a quattro o due zampe.
In questo articolo parliamo di:
Che cos’è la risonanza magnetica (RM)?
Prima di incominciare ad occuparci della spesa da supportare in vista di una RM cerchiamo di capire in che cosa consiste questo esame diagnostico.
Si tratta di un metodo radiologico basato sulla fisica dei campi magnetici il quale consente di esaminare l’interno del corpo senza mettere in atto operazioni chirurgiche o somministrare radiazioni X (ionizzanti), come invece avviene nella Tac.
Si tratta, quindi, di una metodologia sicura e non invasiva, grazie anche all’assenza delle radiazioni. Tale caratteristica, poi, permette di sottoporsi allo stesso esame a brevi intervalli di tempo senza ripercussioni sulla salute.
Come si svolge l’indagine medica in questione? Il paziente si trova all’interno di un campo magnetico molto forte, che può superare la forza del campo magnetico della Terra anche di 10000 o 15000 volte.
Sotto tale forza, gli atomi che formano l’organismo umano, ossia i protoni, acquistano energia e si orientano assecondando l’andamento del campo magnetico imposto.
Nel momento stesso in cui il magnetismo viene ripristinato, tutti gli atomi ritornano al loro orientamento naturale e l’energia accumulata viene ceduta, creando un segnale. Proprio questo segnale viene captato dai macchinari utili per ottenere le immagini che costituiscono il risultato della risonanza.
Sebbene questa tipologia di esame sia nata per lo studio del sistema nervoso centrale, ad oggi viene sfruttata per controllare lo stato delle parti del corpo, dal ginocchio, al torace, alle articolazioni e così via.
In particolare è utile per la diagnosi di malattie infiammatorie, infettive, tumorali, oltre che per l’esame di problemi legati alle patologie traumatiche o degenerative.
In linea di massima la risonanza si accompagna alla tac, ancora molto importante per le diagnosi, le quali sono poi approfondite grazie alla risonanza stessa.
Passiamo adesso ai costi.
Conosci la differenza tra la Risonanza Magnetica e la TAC? Puoi leggere il nostro articolo qui per avere le idee più chiare.
Il costo della risonanza magnetica nel settore pubblico: il ticket
Ora che abbiamo capito a cosa serve e come funziona una risonanza magnetica cerchiamo di indagarne il costo, affrontando uno dei temi scottanti legati proprio alla sanità italiana: rivolgersi al settore pubblico o a quello privato? È questo il problema.
Per aiutarvi a decidere vogliamo inquadrare i prezzi dei preventivi sia negli studi privati che del ticket negli ospedali o nelle strutture convenzionate con l’Asl.
Iniziamo subito concentrandoci sul costo del ticket pubblico, specificando che il pagamento di questo contributo per sottoporsi alle visite e agli esami specialistici erogati dal Servizio sanitario è previsto solamente se il paziente non è esente ticket, in considerazione di elementi quali il reddito, l’età, la patologia e così via.
Ma a quanto ammonta questa spesa in sostanza? Essa viene calcolata in considerazione della fascia di reddito familiare fiscale lordo dell’utente: per questo il paziente deve autocertificare la fascia di reddito a cui appartiene.
Esse sono la fascia 1 fino a 36.152 euro, la fascia 2 a partire da 36.153 fino a 70.000 euro e infine la fascia 3 da 70.001 fino a 100.000 euro.
Superata la soglia dei 100.000 euro non serve autocertificazione in quanto l’utente deve pagare la quota massima prevista per il ticket. Vi è, al contrario, il caso di chi ha un’esenzione totale: naturalmente queste persone non devono pagare nulla e non necessitano di autocertificazione.
Un altro caso a parte è quello legato a chi ha un’esenzione parziale per il contributo attraverso il ticket: si tratta di coloro che ad esempio sono affetti da una malattia rara o cronica.
Come si devono comportare questi soggetti? Essi devono presentare l’autocertificazione per l’applicazione del ticket alle visite e agli esami non esenti, ossia quelli che non sono inerenti con il problema fonte di esenzione.
Questo documento va compilato una volta sola per ogni soggetto che ne ha bisogno, con il solo impegno di comunicare il cambiamento eventuale della propria fascia di reddito familiare fiscale lordo annuo. e si impegna a comunicare eventuali futuri cambiamenti di questa fascia. Coloro che non effettuano l’autocertificazione devono pagare il ticket massimo, previsto per i redditi che superano i 100000 euro annui.
Entriamo nel vivo del discorso: vi sono alcuni esami che hanno un ticket fisso, come le visite specialistiche prescritte senza esami, le quali costano 23 euro per la prima visita e 18 euro per la visita di controllo, per ogni fascia di reddito.
Gli interventi di chirurgia ambulatoriale invece costano 46,15 euro per tutte le fasce di reddito. La risonanza, invece, è soggetta alle variazioni legate all’autocertificazione. Così si pagano 36,15 euro per il reddito inferiore a 36.152 euro, 50 euro per il reddito tra 36.153 e 100.000 euro e infine 70 euro per il reddito superiore a 100.000 euro.
Una nota: in seguito all’entrata in vigore del Decreto Appropriatezza del 2016 è stato previsto un taglio del ticket per ben 203 prestazioni sanitarie, la cui lista si trova facilmente online.
Ciò significa che per le visite comprese in questo elenco è possibile fruire del ticket solamente dietro prescrizione medica, altrimenti bisogna pagare l’intero prezzo. Questa azione ha un obiettivo di razionalizzazione delle risorse.
Quali sono le aree fuori ticket? Vi troviamo le visite odontoiatriche, genetiche, dermatologiche allergologiche, di medicina nucleare, gli esami di laboratorio e infine anche gli esami di radiologia diagnostica.
Come si traduce questa novità sul prezzo del ticket? Ogni prestazione riportata nel Decreto richiede che le condizioni di erogabilità vengano valutate in base allo stato personale e clinico del paziente.
Così le risonanze magnetiche saranno garantite gratuitamente solo in particolari condizioni, ad esempio nei casi di patologie traumatiche o di natura oncologica.
Passiamo ora al settore privato.
Risonanza magnetica: costo nel privato
Molte persone, viste le lunghe liste d’attesa che si trovano negli ospedali e nelle strutture pubbliche, valutano la possibilità di farsi visitare in uno studio privato.
Ma conviene? Quanto costa? Alcune persone preferiscono intraprendere questa strada quando si trovano in un caso d’urgenza, in quanto i prezzi salgono parecchio in questo contesto, sebbene l’attesa si riduca notevolmente.
In ogni caso stabilire il costo esatto è difficile, in quanto ogni studio adotta la sua politica di prezzo.
In linea di massima i prezzi oscillano dai 250 fino ai 400 euro. Si tratta dunque di una cifra non indifferente per cui potremmo consigliarvi di optare per questa via soltanto se ne avete davvero bisogno.
Risonanza magnetica per gli animali
E infine ecco il paragrafo dedicato alla risonanza magnetica per coloro che non ne necessitano in prima persona, ma per il proprio amico a quattro zampe. In questo caso non vi sono convenzioni.
Il prezzo è molto alto, ma la qualità del risultato sarà soddisfacente, considerando che uno staff professionalizzato si prende cura in maniera sicura del proprio animaletto.
Naturalmente il costo muta a seconda del numero di zone da esaminare, in relazioni alle dimensioni dell’animale e alle prove complementari. Questi elementi portano il preventivo ad aggirarsi su cifre che partono da 350 fino ad arrivare a 800 euro.
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