Che cos’è la densitometria ossea? Come si esegue questa procedura? Si tratta di un esame diagnostico oppure no? Ci sono dei rischi o delle controindicazioni connessi alla densitometria ossea? Qual è il costo medio di una densitometria ossea dexa?
In questo articolo ci occuperemo di uno degli esami più diffusi che si eseguono per la diagnosi e per il monitoraggio delle malattie che riguardano le ossa, ossia la densitometria ossea.
Vediamo insieme di cosa si tratta cercando di rispondere a tutte le domande che ci siamo posti sopra.
In questo articolo parliamo di:
Che cos’è la densitometria ossea?
Come abbiamo accennato nella breve introduzione, quando parliamo di Densitometria Ossea ci riferiamo ad un particolare esame diagnostico che riesce a valutare lo stato di salute delle ossa.
Grazie alla densitometria ossea, conosciuta anche come MOC (ossia Mineralometria Ossea Computerizzata), è possibile andare a fare una predizione del rischio di eventuali fratture alle ossa.
Questo esame diagnostico ci fornisce, infatti, informazioni preziose per quanto riguarda i seguenti aspetti delle ossa esaminate:
- La loro rigidità;
- La resistenza;
- La durezza dell’osso.
Questi aspetti vengono messi alla luce con questo esame perché la tecnica e le strumentazioni utilizzate ci permettono di misurare la quantità di minerali che si trovano nelle ossa, ossia la quantità di calcio, magnesio, fluoro e fosforo. In pratica viene misurata la massa delle ossa.
Oltre ad essere un esame importante per la predizione delle fratture che potrebbero interessare le nostre ossa, la MOC è l’esame diagnostico migliore per la diagnosi di una malattia molto diffusa, soprattutto nelle persone più anziane: l’osteoporosi.
A che cosa serve la densitometria ossea?
Quindi, la densitometria ossea è l’esame diagnostico indicato per la valutazione dello stato delle ossa. In base alle ossa sulle quali bisogna indagare e allo stato di salute del paziente, possiamxo distinguere le seguenti tipologie di densitometria ossea che hanno diverse funzioni:
- Densitometria Total Body: questo esame è particolarmente indicato quando è necessaria una valutazione totale della quantità dei minerali di tutto lo scheletro corporeo;
- Densitometria ossea femorale e lombare: è il classico esame di screening per l’osteoporosi e consiste nella valutazione dello stato di salute delle ossa;
- Morfometria vertebrale: in questo caso l’esame ha lo scopo di evidenziare particolari deformità della colonna vertebrale e di ogni singola vertebra, valutando anche il rischio di eventuali fratture;
- Densitometria delle anche nel caso di protesi: l’esame valuta lo stato di salute delle aree periprotesiche.
In pratica, la densitometria ossea, qualsiasi essa sia la tipologia dell’esame, serve per analizzare e valutare in modo preciso la condizione delle ossa che compongono il nostro sistema scheletrico.
Quando viene prescritto questo esame?
Abbiamo già accennato al fatto che la densitometria ossea è indicata per valutare il rischio di osteoporosi. Per questo ed altri motivi i medici la prescrivono soprattutto nei seguenti casi:
- Se la paziente in questione è una donna di età superiore ai 65 anni e in una condizione di menopausa almeno da dieci anni;
- Se il paziente è un uomo con età superiore ai 70 anni;
- Nel caso in cui si ha a che fare con una paziente di sesso femminile, con menopausa precoce, ossia prima dei 45 anni;
- Se il paziente è soggetto ad una carenza alimentare consistente per valutare l’assunzione di vitamina D e calcio (importanti per le ossa);
- Quando si manifestano i sintomi tipici dell’osteoporosi come l’incurvatura della colonna vertebrale con conseguente diminuzione della statura di almeno 3 centimetri oppure le ossa che si rompono con estrema facilità;
- Quando la paziente in questione ha subito una totale asportazione delle ovaie nel periodo della fertilità, con conseguente menopausa chirurgica;
- Nel caso in cui la donna è affetta da amenorrea secondaria da un periodo che dura da più di un anno;
- Nel caso in cui si verifica una condizione di ipogonadismo primario;
- Nel caso in cui il paziente sta seguendo, o dovrà seguire, una terapia immunosoppressiva in seguito ad un trapianto di organo;
- Se il paziente segue, o dovrà seguire, un trattamento a lungo termine a base di farmaci cortisonici, antiepilettici e altri medicinali osteopenizzanti;
- Nel caso in cui il paziente è affetto da qualche condizione patologica che modificano lo stato delle ossa. Tra queste malattie ricordiamo l’ipertiroidismo, la sindrome di Cushing, l’iperparatiroidismo, l’ipercortisolismo e l’insufficienza dei reni;
- Quando il paziente ha l’abitudine di fumare più di un pacchetto di sigarette al giorno (cioè più di 20 sigarette);
- Se il paziente ha una forte familiarità con l’osteoporosi, cioè quando parenti stretti dell’individuo hanno avuto questa malattia e avrebbero potuto trasmettergliela geneticamente;
- Quando il paziente ha la cattiva abitudine di bere consistenti quantità di alcol al giorno.
Se il medico, o anche il paziente stesso individua una o più di queste caratteristiche, allora sarà il caso che l’individuo si sottoponga a questo esame per la diagnosi di eventuali condizioni patologiche.
Come funziona la procedura per la densitometria ossea?
Per andare a vedere effettivamente la quantità del calcio e degli altri minerali che si trovano nei nostri tessuti ossei, la densitometria ossea si serve di dosi minime di raggi ionizzanti (DEXA), ossia quelli che sono comunemente conosciuti come raggi X.
Infatti, grazie all’ausilio dei raggi X che hanno la capacità di attraversare i tessuti corporei, è possibile stabilire in grammi la quantità dei minerali che si trovano nelle ossa da esaminare.
In linea di massima l’esame ha una durata totale di circa dieci minuti e non comporta dolore al paziente. Inoltre, chi farà questo esame non dovrà seguire alcun tipo di preparazione, nè per quanto riguarda la dieta precedente all’esame, nè per quanto riguarda l’assunzione di farmaci.
Lo strumento utilizzato più comunemente è la DEXA, sigla di Dual X-ray Absorptiometry. E le radiazioni impiegate per questo tipo di esame sono così basse che non ci sono dei rischi particolari per quanto riguarda la salute del paziente.
Così come funziona per qualsiasi tipo di esame radiografico, come la semplice risonanza magnetica, è necessario che il paziente rimuova ogni singola parte metallica che potrebbe indossare, come gli orecchini, una fibia, un orologio eccetera, in quanto essi potrebbero influenzare il test.
Possiamo dire che le fasi di cui si compone questo esame sono le seguenti:
- Il medico farà un’anamnesi dettagliata al paziente e durante questa visita gli spiegherà chiaramente in cosa consiste la densitometria ossea così da prepararlo al meglio e chiarire tutti i suoi dubbi a riguardo. Dopo avergli spiegato per bene la procedura il medico farà firmare al suo paziente il consenso informato, obbligatorio per tutti gli esami radiografici e non solo;
- Successivamente il paziente verrà fatto accomodare sull’apposito lettino che va a costituire la struttura del macchinario per la densitometria ossea;
- In seguito l’apparecchio inizierà ad emettere i raggi X per poter acquisire le immagini di cui il medico avrà bisogno per un’eventuale diagnosi;
- Le immagini acquisite vengono inviate direttamente al computer dove lo specialista potrà osservarle in tempo reale, facendo una prima valutazione della composizione ossea;
- Una volta che lo specialista ha raccolto tutte le immagini che occorrono il paziente viene invitato ad alzarsi gradualmente e rimandato a casa per riprendere le sue normali attività quotidiane.
I risultati dell’esame di solito vengono restituiti al paziente dopo un minimo di 48 ore, ma i tempi di attesa potrebbero prolungarsi fino a 5 giorni. Sarà il medico, poi, ad interpretare l’esito dell’esame in base a quanto riportato sul referto.
Come si interpretano i risultati della densitometria ossea?
Il risultato di questo tipo di esame si presenta sotto forma di grafico in cui la densità dell’osso viene confrontata con il rischio di frattura attraverso dei valori numerici.
Tali valori vengono espressi come T-score (valore medio di soggetti sani dello stesso sesso con età massima di 30 anni, ossia l’età migliore per lo stato di salute delle ossa) e Z-score (valore medio di soggetti sani con età e sesso uguali al paziente).
I valori di riferimento per questo esame diagnostico sono i seguenti:
- T-score inferiore a -2,5 con fratture esistenti: osteoporosi severa;
- T-score inferiore a -2,5 senza fratture: osteoporosi non severa;
- T-score con valore da -1 fino a superare i -2,5: condizione di osteopenia;
- T-score maggiore o uguale a -1: condizione di densità ossea normale in relazione all’età;
- T-score uguale a 0: densità ossea normale.
Quanto costa una densitometria ossea?
Come già molti di voi sapranno, il prezzo delle procedure mediche, soprattutto per quanto riguarda gli esami di vario genere, varia in base a diversi fattori, ad esempio quelli citati in seguito:
- Se si tratta di una struttura pubblica o di una struttura privata;
- Il tipo di strumentazione utilizzata per l’esame;
- Se il paziente ha diritto oppure no a determinate agevolazioni statali.
In linea di massima, però, possiamo dire che la densitometria ossea, se fatta presso l’ASL costa intorno ai 30 o 40 euro, e di solito bisogna aspettare molto tempo dalla prenotazione al giorno in cui viene fatto l’esame.
Se invece ci si riferisce ad una struttura privata, ovviamente, il costo aumenta ma i tempi di attesa sono nettamente inferiori. In questo caso si tratta di spendere minimo 60 euro e il costo può aumentare anche del doppio.
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