Come funziona una procedura per la diatermocoagulazione?
Quindi, quando parliamo di diatermocoagulazione ci riferiamo a questa innovativa tecnica chirurgica in cui viene utilizzato un apposito strumento, tipico dell’elettrochirurgia.
Lo strumento elettrico per la diatermocoagulazione è capace di generare una corrente elettrica e la sua intensità, la sua pulsazione e la sua frequenza variano in base allo scopo dell’operazione; ossia se l’obiettivo è quello di cicatrizzare il tessuto oppure di tagliarlo.
L’impulso di corrente elettrica si concentra direttamente su un piccolo catodo che viene posizionato sulla porzione di epidermide sulla quale bisogna intervenire.
L’anodo dello strumento ha delle dimensioni più grandi rispetto al catodo e viene posizionato in un’altra parte del corpo in modo tale che la corrente scorre indisturbata.
Il catodo, ossia la parte dello strumento che genera la corrente, da luogo ad una specie di ustione, allo stesso tempo, però, l’ustione si rimargina in quanto l’alta temperatura dello strumento, unito alla frequenza della corrente elettrica, permettono di sterilizzare la ferita.
Di solito viene fatta un’anestesia locale al paziente che deve sottoporsi a tale procedura in quanto la diatermocoagulazione può essere molto dolorosa anche se è altrettanto rapida.
Questa procedura tipica dell’elettrochirurgia ha trovato largo utilizzo in dermatologia per il trattamento di alcune lesioni cutanee e in ginecologia per intervenire in presenza di particolari condizioni, ma ci soffermeremo su questi argomenti nella pagina successiva.
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