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A cosa serve l’emogasanalisi arteriosa? Qual è la procedura per questo tipo di analisi? Quali sono i suoi valori normali e quali quelli che invece dovrebbero preoccuparci? Esistono degli esami di controllo per l’emogasanalisi arteriosa? Quali sono i rimedi per normalizzare i suoi valori?
Si tratta di un particolare esame del sangue che ha lo scopo di andare a quantificare la presenza di ossigeno ed anidride carbonica disciolti nel sangue. Questo esame viene effettuato prelevando con una particolare siringa una piccola quantità di sangue. In genere il prelievo si effettua dall’arteria radiale del polso ma a volte può capitare di doverlo prelevare dall’arteria femorale oppure scegliendo altri distretti corporei.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito l’emogasanalisi arteriosa sistemica o emogas (EGA) come l’esame con il rapporto migliore in assoluto tra costi e benefici della pratica.
Che cos’è l’emogasanalisi arteriosa?
L’emogasanalisi arteriosa permette di andare a monitorare diverse condizioni, dalle quali possono generarsi un numero diverso di complicazioni e di patologie per la nostra salute.
Questo esame consiste più precisamente nell’analisi del sangue arterioso e si usa per andare a valutare contemporaneamente quali sono i valori:
- della pressione parziale di ossigeno (pO2);
- della saturazione dell’ossigeno;
- della pressione parziale di anidride carbonica (pCO2);
- del pH del sangue;
- della concentrazione di ioni idrogeno disciolti nel sangue;
- della concentrazione degli ioni bicarbonato;
- dell’eccesso di basi;
- dell’emoglobina e dell’ematocrito;
- della concentrazione di elettroliti come sodio, potassio, calcio e cloro.
Questo esame è molto utile per andare a indagare sulla presenza di eventuali squilibri tra acidi e basi, e/o per effettuare una valutazione della funzionalità polmonare.
Come si effettua l’esame? Quali sono i valori di riferimento?
L’emogasanalisi arteriosa sistemica o emogas prevede il prelievo di un campione di sangue da una delle due arterie che si trovano sul polso. Per individuare l’arteria da cui viene prelevato il sangue, bisogna andare a cercare quella più “pulsante” e successivamente si può procedere con il prelievo.
Non è facile fare una generalizzazione dei valori normali per l’emogasanalisi in quanto, oltre a variare significativamente da laboratorio in laboratorio (come tutte le analisi del sangue), cambiano anche in base all’altitudine ovvero rispetto al livello del mare perché questa va ad influenzare la concentrazione di ossigeno.
Tuttavia di seguito possiamo comunque elencarvi i valori che di solito vengono considerati normali per quanto riguarda il pH, l’ossigeno e l’anidride carbonica:
- pH: 7.3-7.4
- Concentrazione totale di ossigeno: dal 17 al 21%;
- Pressione parziale dell’ossigeno: 80-100 mmHg;
- Saturazione dell’ossigeno: dal 93 al 97%;
- Concentrazione totale dell’anidride carbonica: 21-30 mmol/L;
- Pressione parziale dell’anidride carbonica: 35-45 mmHg.
Quando viene prescritto un esame di emogasanalisi arteriosa?
Esistono diversi motivi per cui il nostro medico dovrebbe prescriverci un esame di emogasanalisi arteriosa. I più frequenti sono quelli citati in seguito:
- quando il paziente soffre di patologie di origine metabolica, respiratoria o renale;
- per monitorare l’efficienza di una terapia ventilatoria e di altre terapie per le patologie che coinvolgono i polmoni;
- nel caso in cui il paziente sia stato per lungo tempo sotto gli effetti di anestetici;
- in seguito a un trauma cranico che avrebbe potuto generare dei problemi respiratori;
- per monitorare i gas durante e/o dopo interventi all’encefalo o interventi per il bypass cardiaco;
- nel caso in cui il paziente dovesse manifestare i sintomi di uno squilibrio tra pH, ossigeno e anidride carbonica (vomito, fiato corto, nausea, difficoltà nella respirazione, eccetera).
Infine, questo tipo di analisi potrebbe essere prescritto anche per andare ad indagare su eventuali squilibri tra acidi e basi o su problemi respiratori del neonato. In questo caso l’analisi viene fatta sul cordone ombelicale del piccolo.
Emogasanalisi arteriosa: interpretazione
Per questo tipo di esame non abbiamo la possibilità di trovare la causa, o la conseguenza, di eventuali valori troppo alti o troppo bassi. Questo accade perché è opportuno che venga applicato in combinazione con altri esami altrettanto utili per la diagnosi di problemi respiratori.
Tuttavia, per creare meno confusione e fornirvi delle informazioni più chiare, di seguito elenchiamo le principali problematiche che potrebbero essere collegate ad un’anomalia di una o più componenti dell’esame:
- potrebbe verificarsi una compromissione renale;
- il paziente potrebbe trovare delle difficoltà nello smaltimento dell’anidride carbonica;
- il paziente potrebbe avere dei problemi nell’assunzione di ossigeno per via naturali;
- Acidosi respiratoria (causata da una diminuzione del pH che potrebbe derivare da problemi polmonari, assunzione di narcotici, l’ostruzione delle vie aeree e dal BPCO);
- Acidosi metabolica (causata da una diminuzione di pH e bicarbonato derivanti da uno stato di shock, insufficienza renale, intossicazione da metanolo e salicilati, chetoacidosi diabetica);
- Alcalosi respiratoria (causata da un aumento del pH che potrebbe derivare dall’assunzione di certi farmaci, dolore, polmonite, trauma cerebrale, iperventilazione e dall’ansia);
- Alcalosi metabolica (causata da un aumento del pH e dalla diminuzione del bicarbonato, che potrebbero derivare da una cirrosi, vomito cronico, insufficienza cardiaca e da una carenza di potassio).
In questi casi l’intervento del medico è indispensabile per ristabilire dei valori normali delle componenti. Se queste condizioni non vengono curate la vita del paziente potrebbe andare incontro a problemi ancora più gravi.
Ci sono fattori che influenzano l’esame?
Come è stato già accennato in precedenza uno dei fattori che può influenzare l’esito dell’emogas, soprattutto per quanto riguarda la concentrazione di ossigeno, è l’altitudine: infatti all’aumentare di questa diminuisce la concentrazione dell’ossigeno, che si fa registrare anche nel sangue.
Quali sono le complicanze di questo esame?
D urante o dopo la procedura di prelievo del sangue potrebbero insorgere delle complicazioni più o meno gravi per il paziente: di seguito vi elencheremo quali sono queste e come è possibile alleviarle. L’elenco segue un ordine di frequenza.
- Dolore: talvolta capita ti avvertire dolore nel sito dove avviene il prelievo. Questo dolore è inoltre aumentato nel caso in cui il personale abbia poca esperienza nei prelievi e proceda per tentativi. Per prevenire il dolore e la fuoriuscita di sangue dopo il prelievo, si consiglia di esercitare una lieve pressione nel sito d’interesse dell’analisi;
- Crisi vagale: consiste nell’attivazione anomala del nervo vago. Il paziente, che è particolarmente predisposto per questo tipo di riflesso, assumerà un colorito pallido e manifesterà un malessere. Per superare questa crisi è sufficiente sdraiarsi e sollevare le gambe per favorire la circolazione. Tuttavia spesso i sintomi possono peggiorare e la pressione arteriosa potrebbe abbassarsi notevolmente, in questi casi il medico riterrà opportuno somministrare un farmaco apposito per porre rimedio alla situazione di disagio;
- Pseudoaneurisma iatrogeno: è la complicanza peggiore e consiste in una raccolta ematica perivascolare dopo che si è verificata un’abbondante fuoriuscita di sangue subito dopo aver rimosso l’ago, motivo per cui si dovrebbe esercitare una lieve pressione sul punto d’interesse immediatamente dopo l’estrazione dell’ago.