Vitiligine: riconoscere, comprendere e trattare

Recentemente è stato presentato in Senato un Manifesto con cinque proposte mirate all’aumento della consapevolezza e il supporto per la vitiligine, una particolare condizione che interessa oltre 300 persone in Italia.

Questo disturbo si caratterizza per la comparsa di chiazze bianche sulla pelle ed è spesso visto con una problematica meramente estetica.

In realtà i suoi effetti vanno ben oltre l’aspetto estetico e influenzano profondamente la vita quotidiana e il benessere psichico dei soggetti che ne sono affetti.
Perciò, è fondamentale affrontare la questione in modo più ampio, riconoscendo le necessità di chi vive con questa malattia.

Qual è la natura della vitiligine?

La vitiligine è una patologia autoimmune cronica, nella quale il sistema immunitario attacca erroneamente alcune cellule che fanno parte dell’epidermide, ossia i melanociti.

Queste cellule, sono responsabili della sintesi della melanina: l’attacco del sistema immune contro questi profili cellulari provoca la formazione di chiazze depigmentate particolarmente evidenti, che causano un contrasto visivo che può risultare particolarmente evidente, soprattutto sul viso e sulle estremità.

Sebbene non comporti dolore fisico, le sue manifestazioni possono condurre a disagio psicologico e a sentimenti di estraneità sociale.

Quali sono le implicazioni per la salute?

Oltre all’impatto estetico, la vitiligine presenta anche notevoli risvolti nell’ambito della salute.
Le aree con un quantitativo minore di melanina sono anche più vulnerabili alle scottature solari, in quanto la melanina offre una protezione naturale contro i danni dai raggi ultravioletti.

Alla luce di questo, è molto importante che le persone affette da vitiligine si proteggano con indumenti adeguati e filtri solari.

Oltre a questo, la malattia può essere associata anche a diverse patologie autoimmuni, come la tiroidite autoimmune, celiachia e diabete di tipo 1. Si stima che l’1-2% della popolazione mondiale sia affetto da vitiligine, ma spesso rimane non diagnosticata a causa di stigma e vergogna, sia da parte dei pazienti sia dei professionisti sanitari.

Come influisce sulla salute mentale?

Le conseguenze psicologiche della vitiligine possono essere particolarmente significative. Le persone che ne sono affette possono affrontare sfide legate ad aspetti come l’identità e l’autostima, soprattutto a causa della percezione di un distacco dalla loro immagine e di conseguenza nel viversi serenamente le relazioni interpersonali.

Questa situazione può portare a problemi notevoli in contesti culturali dove le norme estetiche differiscono, portando alla conclamazione di discriminazioni e isolamento sociale.

Per esempio, in alcune culture, la presenza di chiazze bianche è associata a malattie più gravi, intensificando il pregiudizio e la paura del contatto

Quali forme può assumere la vitiligine?

La vitiligine si presenta in due forme principali: segmentale e non segmentale. La forma segmentale colpisce specifiche aree del corpo, mentre quella non segmentale è più diffusa e tende a manifestarsi su diverse parti, inclusi viso e mani. Questa variabilità rende la malattia unica per ciascun individuo, con diverse esperienze e necessità di trattamento.

Quali trattamenti sono disponibili?

Attualmente non esistono cure specifiche per il contrasto della vitiligine, ma ci sono molte opzioni terapeutiche utili per gestirla.
Fra queste possiamo ricordare la presenza di creme al cortisone o la fototerapia, che usa lampade speciali per l’emissione di raggi UVB, aiutando a stimolare la pigmentazione della pelle.

La risposta ai trattamenti varia significativamente da persona a persona, e non tutti i pazienti ottengono risultati soddisfacenti. In questo contesto, l’accesso a centri specializzati diventa cruciale per garantire un supporto adeguato e personalizzato.

Qual è il ruolo del ruxolitinib nel trattamento della vitiligine?

Una novità particolarmente significativa è l’introduzione del ruxolitinib, una molecola inibitore della Janus chinasi, come trattamento specifico per la vitiligine.
Questa terapia topica è stata approvata da molte autorità sanitarie e ora viene anche rimborsata dal Servizio Sanitario Nazionale. Il ruxolitinib rappresenta una svolta, poiché agisce direttamente sui meccanismi alla base della malattia, favorendo la pigmentazione della pelle.

Tuttavia, questo farmaco non può essere prescritto da qualsiasi dermatologo ma solo in centri autorizzati, garantendo un uso misurato e controllato.

In che modo l’abbinamento con la fototerapia può migliorare i risultati?

Alcune ricerche suggeriscono che l’associazione del ruxolitinib con la fototerapia, può avere effetti sull’aumento dell’efficacia del trattamento, accelerando i tempi di pigmentazione e migliorando l’esperienza per il paziente.
Questa sinergia terapeutica apre nuove possibilità per una gestione più efficace della vitiligine, portando a risultati più rapidi e visibili.

Quali sono le prospettive future per la ricerca sulla vitiligine?

Negli ultimi anni le ricerche nell’ambito di questo tema hanno messo in luce meccanismi immunologici che sembrano avere un ruolo chiave nella patogenesi della vitiligine; fra questi spiccano le vie di segnalazione delle Janus chinasi e l’interleuchina 15.

Bloccando queste vie, si mira a ridurre l’aggressione autoimmune nei confronti dei melanociti, offrendo nuove strade per il trattamento. Sebbene ci siano sviluppi promettenti, resta il fatto che il percorso verso una terapia definitiva è lungo e complesso.

La vitiligine è una condizione che richiede un approccio multidimensionale, comprendente la consapevolezza sociale, il riconoscimento medico e opzioni di trattamento adeguate. Solo attraverso un’azione concertata è possibile migliorare la qualità della vita delle persone affette da questa malattia, garantendo loro il supporto e le risorse necessarie per affrontare le sfide quotidiane.

Fonti

https://www.adnkronos.com/salute/1/

https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/altre-news/vitiligine-piu-attenzione-meno-pregiudizi

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